«Il mio cognome su quella tomba. Ditemi perché»

Una donna bresciana solleva la questione privacy sul cimitero dei bambini mai nati
Vantiniano, le tombe dei bambini mai nati al cimitero monumentale - Foto © www.giornaledibrescia.it
Vantiniano, le tombe dei bambini mai nati al cimitero monumentale - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Ho avuto un aborto spontaneo nel 2015 in una clinica privata. Non avevo scelto il nome e non volevo organizzare il funerale. Eppure ho scoperto che il feto è stato portato qui».

Accanto al cognome ed una data c’è il nome Celeste, ovvero quello scelto dall’associazione che fin dagli Anni ’90 si occupa di seppellire i figli di aborti volontari, spontanei o terapeutici. «Anche senza autorizzazione facciamo un funerale a queste creature. Per un senso religioso e di pietà» aveva raccontato uno degli addetti del Vantiniano.

«Il mio era un feto di dodici settimane e non volevo la sepoltura. Ricordo di non aver dato il consenso» spiega la donna che ammette di essersi messa alla ricerca sul sito del cimitero monumentale della città dopo aver letto un nostro articolo di inizio ottobre che raccontava la realtà tra i riquadri A,B,C e D del camposanto all'ombra del Cidneo.

Si tratta di uno dei 30 cimiteri italiani in cui c'è uno spazio per i bimbi mai nati o nati morti e che adesso sono al centro di un'istruttoria del Garante della privacy: dovrà stabilire se sia stata rispettata la legge dopo che da Roma era stata sollevata la polemica da una mamma che addirittura aveva trovato non solo il suo cognome, ma anche il nome di battesimo, oltre alla data di interruzione della gravidanza, sulla lapide di un cimitero della Capitale. In attesa degli sviluppi dell’indagine del Garante la donna bresciana non si ferma e vuole capire come sia stato possibile che il suo cognome sia finito su quella tomba di plastica. 

«Chiederemo alla clinica dove la ragazza aveva abortito di poter avere tutta la documentazione medica» spiega l'avvocato Cathy La Torre a cui la donna si è rivolta. «Vogliamo conoscere gli atti relativi all'interruzione di gravidanza e alle scelte che sono state prese per il feto. C'è - spiega la legale - una violazione della privacy mentre crediamo che spetterà alla Magistratura valutare che cosa sia accaduto».

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