Il lusso di Sisley batte Amazon, grazie a due avvocati bresciani

La maison francese di profumeria di lusso, rappresentata da Galli e Bogni, non avrà più i suoi prodotti in vendita sul portale
Sentenza rivoluzionaria: Amazon non potrà più vendere cosmetici Sisley Paris
Sentenza rivoluzionaria: Amazon non potrà più vendere cosmetici Sisley Paris
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Vince il lusso. E la più grande piattaforma commerciale del mondo si inchina al principale produttore di cosmetici al termine di una battaglia legale che parla bresciano. «Abbiamo trionfato in trasferta. È una sentenza orgogliosamente bresciana» commenta il professor Cesare Galli, legale che con la collega Mariangela Bogni, anche lei del Foro di Brescia, ha vinto il braccio di ferro con Amazon per conto di Sisley, maison francese numero uno nella cosmesi.

Galli, leghista della prima ora, già candidato sindaco a Brescia nel 2003 con quasi 19mila preferenze ottenute e che in Loggia ricordano ancora per i confronti-scontri con l’allora sindaco Corsini, oggi fissa un punto di non ritorno per il commercio sul web. «È una sentenza che farà la storia dei marchi» dice convinto Galli riferendosi all’ordinanza con la quale il Tribunale di Milano ha stabilito che Amazon non fa una chiara distinzione tra i prodotti di lusso e quelli di livello inferiore, confondendo di fatto il consumatore.

«Emerge la circostanza che i prodotti Sisley vengono mostrati e offerti mescolati ad altri articoli, quali prodotti per la casa e per le pulizie, prodotti comunque di basso profilo e di scarso valore economico» si legge nel provvedimento firmato dalla quattordicesima sezione del Tribunale delle Imprese milanese. «Laddove si consideri che, nei propri contratti, Sisley esplicitamente richiede che i propri prodotti vengano venduti in profumerie di lusso o reparti specializzati di profumeria e cosmesi di grandi magazzini, appare indubbiamente inadeguata, rispetto agli standard richiesti, la messa in vendita dei prodotti in questione accanto a contenitori per microonde, prodotti per la pulizia dei pavimenti e per gli animali domestici» spiegano i giudici. Ritenendo la scelta di Amazon «lesiva del prestigio e dell’immagine del marchio Sisley i cui contratti prevedono che il rivenditore autorizzato non possa vendere i prodotti se non nel proprio negozio eclusivamente al dettaglio e al cliente utilizzatore finale».

Per il colosso dello shopping online è un duro colpo. «E sono contento che sia stato un tribunale italiano a prendere questa decisione» spiega il professor Cesare Galli. «Non è vero che la rete è un far west. Ci sono le regole e i modi per farle rispettare». Amazon dovrà ora togliere ai consumatori la possibilità di acquistare i prodotti del gruppo francese di cosmesi. Con il rischio che altri marchi di lusso si muovano nella stessa direzione. «Credo che questa sentenza servirà anche ad altri. È una lezione a favore dei grandi marchi e di quelle realtà che hanno fatto una precisa scelta di qualità» è il pensiero dell’avvocato Galli. «Certamente Amazon dovrà ripensare il suo modello di business davanti alle eccellenze».

 

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