I binari Tav non aiutano i pendolari: ancora ritardi

Regionali separati dall’Alta velocità, ma la regolarità promessa non si vede. Protesta dei Giovani Dem
La protesta: un volantino distribuito in stazione dai Giovani Dem - Foto © www.giornaledibrescia.it
La protesta: un volantino distribuito in stazione dai Giovani Dem - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«No, non ce ne siamo accorti perché i ritardi sono costanti». Rispondono così i pendolari, lavoratori e studenti, che quotidianamente utilizzano la linea ferroviaria che unisce Brescia a Milano.

Da domenica la linea Alta velocità tra Brescia e Treviglio ha assunto il suo assetto definitivo: treni Tav ai binari 10 e 11 (e non più all’1 e 2) e superamento della «strozzatura» di Roncadelle.

In questo modo i flussi tra treni Tav e linee regionali sono stati separati, cosa che dovrebbe garantire maggiore regolarità, diminuire ritardi e attese. Per ora, però, miglioramenti non se ne sono visti. E i treni continuano a fermarsi in mezzo al nulla.

«Siamo abituati a ritrovarci fermi, per alcuni minuti e spesso anche più di dieci. Nulla di insolito» spiegano i pendolari bresciani. C’è chi la prende con filosofia e sfrutta la sosta forzata per continuare a dormire e chi cerca di portarsi avanti con il lavoro. C’è chi si arrende e torna a prendere l’auto per recarsi a dare un esame in università. «È quando il ritardo si accumula verso sera, che cerchiamo di tornare a casa, che diventa ancora più insostenibile. Accalcati e spesso in piedi perché il treno prima è così in ritardo che conviene prendere direttamente quello dopo».

La protesta. Dopo i primi giorni di caos per il nuovo orario invernale, con la soppressione di alcune corse sostituite da bus, il gruppo dei Giovani Democratici ha dato il via nella giornata di ieri alla mobilitazione «Trenord horror story»: «Trenord sta andando verso il collasso, ogni giorno treni in ritardo e cancellati - si legge nella nota rilasciata da Lorenzo Pacini, segretario generale dei Giovani Democratici Lombardia -. Da parte della Regione nessuna risposta politica, nessuna strategia per migliorare il servizio. La Lega fa finta di non vedere il disastro quotidiano che rende impossibile la vita di migliaia di pendolari».

La protesta, presentata nelle stazioni ferroviarie lombarde, si è conclusa a Milano con la consegna al Pirellone di alcuni «pacchi» di efficienza, puntualità, pulizia e manutenzione. Poca manutenzione soprattutto, con guasti continui che rallentano la circolazione sulle linee. «Dieci, venti minuti in più sul tabellone sono di routine - concludono alcuni ragazzi di ritorno a Brescia, saliti a Lambrate -. Noi, speriamo che ce la caviamo».

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