Crisi di governo: «Conte non indispensabile, non andremo al voto»

Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, a Teletutto: c’è modo di provare a fare un altro esecutivo
L'intervista a Ettore Rosato andata in onda su Teletutto
AA

«Conte non è indispensabile, come non lo è nessuno di noi e io non credo si andrà alle elezioni. Se cade questo Governo c’è una procedura prevista dalla Costituzione per cercare di formarne un altro». Intervenuto ieri sugli schermi di Teletutto durante la trasmissione Messi a fuoco, Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, ha riaffermato la linea dura che ha contraddistinto l’azione politica del fronte renziano in queste ore.

La resa dei conti tra Matteo Renzi e il premier Giuseppe Conte pare sia ormai imminente. Il rischio di una crisi di governo che faccia saltare tutto «è reale, concreto»: il «logoramento» è tale, che si rischia di non ricucire e precipitare verso elezioni che sarebbero «un errore». L'allarme parte dal Nazareno, dove Nicola Zingaretti riunisce la direzione Pd. Ma riecheggia in tutta la maggioranza, in particolare tra le fila di Iv, per cui il governo è ormai al capolinea. L’impressione è che si arriverà allo scontro finale, probabilmente in Senato, dove se si dovesse consumare il duello «vedremo chi avrà ragione, sia sul piano dialettico, sia sul piano numerico». Intanto, nella riunione notturna del tavolo di lavoro sul Recovery pare siano stati fatti alcuni passi in avanti e si confida di approverlo in Consiglio dei ministri, probabilmente martedì. Poi, promette Giuseppe Conte raccogliendo una richiesta che viene anche da Pd e M5s, si aprirà il tavolo sulle priorità della legislatura.

«Noi - afferma Rosato - siamo preoccupati per l’incapacità di questo Governo, di cui ci assumiamo la quota parte, di riuscire a tirare fuori il Paese dalla situazione in cui si trova. Questo Governo non sta mettendo in campo tutte le misure che servono per fronteggiare la crisi». Riguardo alla bozza del nuovo Recovery plan inviata ieri dal premier a Italia Viva, Rosato non nasconde la delusione per «un documento scheletrico e quindi privo di quel dettaglio che consente di esaminarlo in maniera seria. Ci sono cifre che non dicono nulla, tipo i 7 miliardi destinati alla Pubblica amministrazione per la digitalizzazione, ma non viene spiegato che cosa ci sia dietro i progetti».

Rosato chiede poi il coinvolgimento delle opposizioni nella stesura: «Non sto pensando a un governissimo - spiega - ma non basta la sola maggioranza, soprattutto quando ti devi confrontare con 14 regioni governate dal centrodestra. Non è pensabile che si faccia tutto nelle stanze chiuse della presidenza del Consiglio. Questa è la nostra sfida - conclude -. Il confronto non ci spaventa».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia