Carceri sovraffollate: «La sorveglianza dinamica è da rivedere»

Ne è convinto Aldo Di Giacomo, segretario del sindacato di Polizia penitenziaria, che denuncia la violenza in aumento
TROPPO PIENE LE CARCERI
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«Il problema delle carceri bresciane (e italiane in generale) non è solo il sovraffollamento. Bisogna cambiare mentalità per quello che riguarda la vigilanza dei detenuti. Come? Rinunciando alla sorveglianza dinamica». Ne è convinto Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia penitenziaria (S. Pp.), che ieri - davanti a Canton Mombello - ha esposto le sue considerazioni sulla situazione degli istituti di pena della nostra città.

«A Brescia, l’eccessivo affollamento delle celle è un dato di fatto - ha sottolineato -: Canton Mombello, ad esempio, ha almeno 200 detenuti di troppo. Una situazione seria, nella quale si inserisce anche un aumento degli episodi di violenza all’interno del carcere». Soluzioni? Per Di Giacomo non si tratta solo di «aumentare il numero di agenti di Polizia penitenziaria. A Brescia, ad esempio, ne mancherebbero solo 20. Bisogna rivedere il sistema di sorveglianza dinamica, lasciando le celle chiuse, tranne per quei detenuti che si siano guadagnati questo tipo di trattamento».

Ultimo accenno ai rischi «della penetrazione nelle prigioni della mafia nigeriana, contro la quale bisognerebbe utilizzare lo stesso atteggiamento che viene riservato agli affiliati di mafia e camorra, evitando così che continuino a prendere piede».

 

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