A Folzano 80 ragazzi allenano fisico e mente

Il maestro Gatta: nella nostra scuola è bandito l'agonismo fine a se stesso. Due sedute settimanali.
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BRESCIA
«Il Judo non è soltanto uno sport. È la via più efficace per utilizzare la forza fisica e mentale e ottenere un miglioramento fisico e spirituale».
Parole migliori per descrivere lo judo non esistono. Sono quelle del suo fondatore Jigoro Kano, che codificò nel secolo scorso questa forma di combattimento, evoluzione dello jujitsu, che nel secondo dopoguerra approda anche in Italia. Brescia è uno dei suoi territori più fertili. Lo judo a Brescia è soprattutto riconducibile al nome del maestro Franco Capelletti, una vera e propria istituzione del judo nazionale, per tanti anni commissario tecnico della Nazionale (portò alla medaglia d'oro il bresciano Ezio Gamba a Mosca). Con l'aiuto del figlio Fabio, cintura nera quarto Dan e con uno staff altamente qualificato guidato dal maestro Adriano Gatta ha dato vita all'Associazione dilettantistica Judo Capelletti che ha nel palaMero di Folzano la sua base operativa. Ottanta i ragazzi e le ragazze che frequentano la palestra apprendendo i segreti di una pratica sportiva che aiuta i giovani nel suo sviluppo fisico e mentale. «Nella nostra scuola è bandito l'agonismo fine a se stesso. Gli allenamenti avvengono 2 volte alla settimana - spiega il maestro Gatta - e si può partire fin da piccoli, dai 6 anni (dai 3 ai 6 solo esercizi di psicomotricità). Naturalmente per i bambini il judo è soprattutto un gioco e a loro vengono insegnati i principi base della psicomotricità e a cadere nel modo corretto senza farsi male, collaudare il senso dell'equilibrio. Dai 10 anni in poi gli allenamenti iniziano a farsi più seri e dai 12 si può iniziare l'attività agonistica».
Pur trattandosi di uno sport di contatto, di un combattimento, sono rari, per non dire inesistenti gli infortuni e tantomeno la tentazione dei ragazzi più esperti di «esportare» all'esterno le tecniche di combattimento apprese in palestra. «Non esistono episodi di bullismo con uno judoka - spiega Fabio Capelletti - perché il ragazzo imparando le conseguenze dei suoi gesti, percepisce quanto potrebbe far male ad un coetaneo che non pratica questo sport».
«Anche per questo è lo sport ideale per gli adolescenti - spiega il maestro Gatta - lo ritengo il più completo perché mette in movimento tutti i muscoli del corpo e si svolge in un clima di amicizia e serenità di gruppo».
Ci sono poi le competizioni, da ottobre a giugno che ogni anno vedono il Judo Club Capelletti portare i ragazzi (laddove le trasferte non sono troppo impegnative ed onerose) a primeggiare. «Ma senza l'assillo di risultati per carità - dice il maestro Capelletti - prima viene il divertimento e l'impegno agonistico. In un autentico spirito decubertiano». Quello che forse in tante Olimpiadi alle quali ha partecipato, Capelletti senior ha visto tante volte enunciare e poco praticare dagli atleti.

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