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Velodromo, la cura per il tetto non prima di marzo

In mezzo allo scontro politico si fanno strada le tempistiche previste per la sistemazione del tetto del Velodromo: ipotesi marzo
Il Velodromo Fassa Bortolo
Il Velodromo Fassa Bortolo
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Teli «ancorati» al soffitto per deviare l’acqua piovana, macchie scure sulla pista a certificare i guasti dell’umidità. Sono cicatrici che testimoniano, per il velodromo Fassa Bortolo di Montichiari, un presente difficile, ma non «castastrofico come affermato da qualcuno. L’attività procede e quanto ai Campionati italiani annullati, la decisione non è stata presa per colpa della pioggia, ma a causa di una fidejussione da 50mila euro che non ci siamo sentiti di pagare».
Giordano Lancelotti (di Asd Energy, società che gestisce l’impianto) regala la sua verità su una questione in bilico tra sport e politica, situazione che ha anche un orizzonte cui guardare: una diagnosi precisa sulla salute del tetto del velodromo non si avrà prima di marzo.

In attesa di sapere quale tipo di investimento servirà (e se Coni e Regione contribuiranno), Lancelotti ricorda come «il velodromo funzioni perfettamente: non è a rischio nemmeno la scuola ciclismo. In questi mesi abbiamo investito migliaia di euro su criticità quali il cattivo funzionamento degli scarichi, la mancanza di acqua calda e del riscaldamento. Quanto al tetto, siamo in grado di governare questa emergenza: infatti l’impianto è aperto. I Campionati italiani annullati? L’Uci aveva chiesto una fidejussione da 50mila euro per coprire eventuali annullamenti delle gare per cause eccezionali. Noi abbiamo ritenuto di non accollarci questa spesa». 

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