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Dai pc alla cabina di pilotaggio di un aereo: storia di Antonio

La storia del visanese Baronio, che per 8 messi ha pilotato un Airbus di linea ed è poi tornato - causa pandemia - all'azienda di famiglia
Antonio si è appassionato agli aerei grazie al genero - Foto © www.giornaledibrescia.it
Antonio si è appassionato agli aerei grazie al genero - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Volere volare si può. Letteralmente. Certo, in tanti bramano da bambini di accarezzare da vicino le nuvole. Pochi lo rendono realtà da adulti: fra costoro c’è Antonio Baronio. E sin qui, nulla di strano. Tutto però cambia se si pensa che il visanese ha realizzato il proprio sogno a 50 anni compiuti. Una storia, la sua, frutto del caso e della fortuna, con lo zampino della famiglia.

«Stefano, il marito della mia primogenita Elisa, è un pilota di aerei di linea - confida l’uomo -. Conoscendolo, si è riaccesa in me l’ambizione da piccolo di avere due ali come braccia». Dopo essersi dilettato tra i macchinari di maglieria della ditta di mamma e papà, Antonio nel 2014 lascia allora in mano alla moglie Manuela e all’altra figlia Chiara l’azienda di computer che gestisce dal 1995 nella zona industriale del paese. Il motivo? Orientato dal genero, va in Florida, a Fort Pierce, per conseguire - con successo - la licenza di pilota privato. Eppure non è abbastanza: torna in patria e, trascorso un periodo di “calma”, la voglia di un tempo bussa di nuovo. Impossibile ignorarla. Così nel 2016 Antonio raggiunge la figlia e il genero a Eastbourne, a 60 miglia da Londra, per frequentare la scuola Fta Global dell’aeroporto di Brighton ed ottenere la licenza di pilota professionale di aerei.

«Spinto dal sostegno dei miei cari, in un anno e mezzo ho superato 14 esami», ricorda l’aviatore. E, ancora: coronato il desiderio di una vita, appariva un peccato non goderne appieno. Di conseguenza è iniziata la caccia per mettersi alla cloche di aerei di linea. «Alla fine mi ha assunto una compagnia aerea bulgara, la Bhair, per la quale da Burgas ho guidato per 500 ore in 8 mesi l’Airbus “Mike” A320; da giugno a ottobre con rotte in Europa, poi in India, sotto l’emblema della SpiceJet». L’adrenalina, tuttavia, si è assopita da marzo 2020, causa Covid. «Sono tornato in Italia, riprendendo la direzione della mia azienda di pc a tempo pieno. Non svanisce comunque la speranza, chissà, di tornare un giorno a pilotare ancora un aereo di linea».

 

 

 

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