Bassa

In un libro, parole e lettere dal fronte e dalle trincee

A Cigole, raccolte in una bella pubblicazione le missive scritte dalla prima linea
Una foto storica delle linee italiane durante la Grande Guerra
Una foto storica delle linee italiane durante la Grande Guerra
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Nasce da uno scavo negli archivi il libro «Dalle mie trincee», che raccoglie lettere di Caduti cigolesi della Prima Guerra mondiale. La ricerca storica è stata condotta da Valerio Gardoni, Gianpiero Scartapacchio, Angelo Filippini e Marco Scartapacchio, curatori del volume. Il libro sarà presentato sabato alle 20.30 nel salone di rappresentanza del palazzo municipale, durante il tradizionale scambio di auguri. Dalle missive raccolte traspare dolore, paura, nostalgie.

C’è la tradotta che li strappava dalla loro terra, facendo rotta verso un confine incerto, di pietraia ignota e bianca, come ossa al sole e di rocce striate buone per l’erica. C’è il paesaggio aspro di questo dolente Carso, simbolo insanguinato dall’ardore di militi ignoti. C’è il Piave con quel suo mormorio malinconico e lamentoso sotto il tiro delle mitraglie. Ma c'è anche la neve lieve della Bassa bresciana con i suoi camini accesi e i campi a riposo.

«Lettere, poche e di pochi - spiega Valerio Gardoni - ma lettere con le loro impronte, il loro sudore, la loro vita, portano le voci degli altri, di altre lettere che a noi rimarranno sconosciute, un centinaio di voci ignote partite dal paese verso il fronte». Il libro tuttavia non racconta solo di giovani mandati a morire. Al loro fianco ci sono le donne, le quali hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione delle Istituzioni democratiche. Le donne chiamate a lavorare.

Al posto degli loro uomini, mariti, figli, fratelli, che erano in guerra. Madri, mogli, sorelle e fidanzate schiacciate dall’ansia per il destino dei loro uomini al fronte, spezzate dal dolore per la sorte dei propri cari a seguito delle poche notizie dal fronte. Donne che seppero mantenere la dignità e caricarsi ogni responsabilità fisica e morale. Come si legge nelle parole di Maddalena Valorsi, la maestra del paese che cresceva i suoi ragazzi. A lei sono indirizzate alcune delle lettere miracolosamente giunte a noi. Maddalena leggeva e rispondeva ai suoi alunni soldati, diventando uno straordinario tramite con le famiglie a quel tempo ancora analfabete.

 

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