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Chiede lavoro, ma poi tradisce la fiducia. La storia di Massimo

Il 38enne aveva lanciato un appello. «Dormo in auto, datemi un posto» Poi si tira sempre indietro
LA STORIA DI MASSIMO
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È stato assunto due volte in dieci giorni. E in entrambi i casi ha tradito la fiducia di chi aveva raccolto il suo disperato appello. «Dormo in auto, non ho più una casa. Voglio ripartire e chiedo solo di avere un lavoro» è il racconto al nostro giornale di Massimo Presolana, 38enne bresciano. Siamo ad inizio gennaio. Una storia che scatena in pochi giorni una vera e propria gara di solidarietà. La rete però ben presto si mostra scettica.

«Non si presenta mai ai colloqui, non credetegli» i messaggi che arrivano in redazione. Scrive anche il responsabile di una cooop, il primo ad aver offerto un lavoro a Presolana. «Gli ho consegnato l’abbigliamento, l’ho assunto il venerdì, ma sabato mattina, al primo giorno, non viene al lavoro. Mi dice che ha rotto la macchina, che non riesce a presentarsi in tempo e poi sparisce per ore. Quando lo risento per me è troppo tardi. La mia fiducia nei suoi confronti è ormai venuta meno».

 

 

L’atteggiamento di Massimo Presolana è spiazzante. Vogliamo capire e così lo incontriamo. La domanda è diretta. «Insomma: lo vuoi o non lo vuoi un lavoro?». La risposta è secca. «Sì, lo voglio».

Racconta la storia dell’auto guasta, del mancato arrivo in tempo al primo giorno alla cooperativa. Non nasconde nemmeno il suo passato. «Sono stato in carcere, ma il conto con la giustizia l’ho pagato». Il passato è passato e allora guardiamo al presente. Spiega di aspettare una telefonata da un’azienda, la Gesm spa che lo aveva contattato.

Lo invitiamo a telefonare davanti ai nostri occhi. «Nel pomeriggio le facciamo sapere» dice il responsabile di produzione che rispetta i patti e fissa un incontro per il giorno successivo. Al colloquio Presolana si presenta, ma non viene preso. «Mi hanno detto che non ho i requisiti» dice. L’azienda conferma. Il giorno dopo a mettersi in contatto con il 38enne bresciano è la Metalbau di Clusane d’Iseo. Anche in questo caso il colloquio avviene e per la seconda volta in due settimane Presolana viene assunto.

Lunedì parte con la squadra di operai per Alba, nel Piemontese, dove l’azienda bresciana sta partecipando alla costruzione dell’ospedale. Presolana dura poco. Ieri mattina la svolta. Fa i bagagli e se ne va. «Mi sento preso in giro. È una delusione personale» commenta uno dei responsabili della Metalbau.

Presolana aveva firmato un contratto a nove euro all’ora più dieci euro per pranzo e altrettanti per cena. Soldi che ha incassato ad inizio settimana e che non ha restituito. A febbraio sarebbe scattato il contratto a tempo indeterminato. «Evidentemente - dice scoraggiato l’ex datore - questo ragazzo non vuole lavorare. Mi sento preso in giro». Anche noi e i nostri lettori.

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