«Il sogno di papà realizzato: il Centro medico Mario Bozzoli»

Giuseppe, 21 anni: «Per la mia famiglia questa apertura è come vedere la luce in fondo al tunnel»
  • Mazzano. Il complesso voluto da Mario e terminato dalla famiglia dell’imprenditore scomparso
    Il centro medico intitolato a Mario Bozzoli, l'imprenditore scomparso
  • Figlio. Giuseppe, studente universitario
    Il centro medico intitolato a Mario Bozzoli, l'imprenditore scomparso
  • Papà. Mario Bozzoli aveva 50 anni
    Il centro medico intitolato a Mario Bozzoli, l'imprenditore scomparso
AA

«Per me, per la mia famiglia l’apertura di questa struttura significa vedere la luce in fondo al tunnel. Cercheremo con tutte le forze di tenerla accesa, è un dovere verso mio padre ed anche un piacere». Giuseppe è seduto nell’ufficio al primo piano del Centro medico odontoiatrico Mario Bozzoli, una grande e nuova palazzina in via Cavalieri d’Italia a Molinetto di Mazzano.

L’impresa delle pulizie è al lavoro per i ritocchi: tutto deve essere pronto per l’avvio dell’attività, lunedì 25 settembre. Giuseppe, studente di Economia e Commercio a Brescia, sorride, parla, argomenta con una maturità che oltrepassa i suoi 21 anni: «Sa, la nostra vicenda è stata una botta tremenda, ma mi ha fatto crescere in fretta». Quasi due anni fa, l’8 ottobre, papà Mario, imprenditore a Marcheno, scompariva nella sua azienda.

Da allora per la famiglia Bozzoli è cominciato un calvario. Dopo una sosta, obbligata e naturale viste le circostanze, mamma Irene Zubani ed i figli Claudio e Giuseppe hanno deciso di continuare e finire il progetto di Mario: la costruzione del centro medico a Mazzano.

«Era il suo sogno, avevamo il dovere di farlo diventare realtà», dice Giuseppe, che alle lezioni alternerà l’impegno in ufficio. Claudio, 28 anni, odontoiatra con studio a Montichiari, sarà il direttore sanitario del centro. Quando Mario scomparve nel nulla il cantiere era già ben avviato. «Mio padre ha sempre voluto creare qualcosa per mio fratello che stava studiando per diventare dentista. Pensava in grande, una clinica e poi degli ambulatori, un centro medico vero e proprio».

Il sito e il progetto sono stati scelti da lui. «Prima o dopo il lavoro in azienda a Marcheno veniva qui per seguire direttamente le fasi del cantiere». Anche il giorno della scomparsa. Per Mario Bozzoli, racconta Giuseppe, la clinica era un’idea fissa. «Mi ricordo che ogni giorno, a tavola, era al centro dei discorsi. A nostra madre e a noi figli faceva vedere il progetto, ci parlava di cosa sarebbe dovuta diventare».

Un’impresa intorno a cui raggruppare la famiglia, in ruoli diversi. Il nome. Era pronto anche il nome, S. Giacomo, in memoria del padre di Mario. «Poi ci è sembrato doveroso intitolarla a papà», prosegue Giuseppe. «Non è stato semplice decidere di andare avanti, ma abbiamo sempre creduto a questa iniziativa. Era giusto portarla a termine». Il motore è stato Irene: «Riesce a fare la madre e l’imprenditrice nello stesso tempo. In quanto a determinazione non ha nulla da invidiare a mio padre».

Lunedì 25 l’avvio. «No, niente inaugurazioni in pompa magna. Almeno per ora». Tanta emozione, quella sì. «Vedere le iniziali di mio papà sulle porte e il suo nome sull’insegna è sempre qualcosa che mi commuove. È come se lui si fosse incarnato in questa impresa». Sul depliant di presentazione, Irene, Claudio e Giuseppe esprimono il senso dell’iniziativa, vissuta come un impegno morale: «Il pensiero di noi tutti va a te, Mario: è alla tua volontà, perseveranza e caparbietà che dobbiamo la nascita del Centro. Purtroppo ti è stato impedito di completarlo, e hai lasciato a noi questa mission, nella quale proseguiremo con orgoglio».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia