Maxi serra di canapa: indagini partite dalle bollette
I sospetti sono cominciati per via di una bolletta della corrente stratosferica rispetto agli spazi dell’abitazione da scaldare: 1.500 euro al mese. Troppo per un piccolo appartamento disperso nei boschi di Vobarno.
Il motivo della bolletta Enel esagerata i Carabinieri lo hanno scoperto dopo: la corrente serviva per alimentare due serre piene di piante di marijuana. Nei guai sono finite tre persone, due uomini, di 29 e 30 anni, e una ragazza di 25 anni, arrestati con l’accusa di aver creato una coltivazione di piante di canapa indiana dalla quale ottenevano marijuana essiccata, che poi vendevano.
I tre riuscivano a incassare fino a 180mila euro a raccolto, operazione che effettuavano ogni quattro mesi. Più di mezzo milione di euro all’anno. Le serre erano all’avanguardia con macchinari e tecniche innovativi, tanto che la serra è «tra le più evolute mai scoperte», hanno spiegato i Carabinieri, che hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Brescia nei confronti delle tre persone, tutte già note alle forze dell’ordine.
I tre, secondo i Carabinieri, avevano creato un giro di spaccio nella zona del lago d’Iseo e della Valcamonica. E proprio sul Sebino, a Sale Marasino, avevano preso in affitto un appartamento che utilizzavano per la coltivazione indoor della droga. In totale i Carabinieri hanno sequestrato 200 piante di marijuana, oltre alle due abitazioni trasformate in serre.
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