Valsabbia

Dal paese delle amarene il liquore dolceamaro

Il profumo è intenso. Il grado alcolico contenuto. Il gusto piacevolissimo e raffinato, nel perfetto equilibrio dolceamaro dell’amarena.
AA

Il profumo è intenso. Il grado alcolico contenuto. Il gusto piacevolissimo e raffinato, nel perfetto equilibrio dolceamaro dell’amarena. È il Marenello.

Creato a Serle, in quello che in passato era noto come il «paese delle amarene». «Fino a qualche decennio fa, la produzione di questo frutto costituiva il 30% delle rendite delle famiglie dedite all’agricoltura - spiega Bernardo Zanola, presidente della Pro loco e memoria storica di Serle. - La raccolta mobilitava tutta la comunità, dai primi di giugno fino a luglio inoltrato. I giovani sotto naja chiedevano una licenza, addirittura i tanti serlesi emigrati in Svizzera o in Germania tornavano per dare una mano. I più bravi arrivavano a spiccare in una sola giornata anche un quintale e mezzo di amarene. 

La quasi totalità della produzione veniva venduta. La qualità era altissima, e riconosciuta. Per fare un esempio, l’azienda leader nel settore, la Fabbri, riportava sulle confezioni delle sue celebri amarene sciroppate la dicitura «Amarene del Tesio di Serle». E poi, c’era - appunto - il Marenello. «Lo si preparava in casa - ricorda Zanola - con alcol, zucchero e, naturalmente, amarene. Un’alternativa gentile al più ruvido grappino». Quasi dimenticato negli ultimi tempi, ora il liquore è tornato a vivere. Grazie alla Pro loco, che si è mossa in sinergia con la Commissione turismo del Comune. La produzione è limitata. Poche bottiglie, dall’etichetta semplice e accattivante, sulla quale rosseggiano loro, le amarene, sovrastate dallo stemma municipale.

Il Marenello non si trova - almeno per il momento - nei negozi e nei supermercati. Per assaggiarlo, è giocoforza recarsi nei bar e nei ristoranti di Serle, che all’unanimità hanno deciso di farsi ambasciatori del rinato liquore di casa. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia