Valcamonica

Picco turistico e la Statale 42 è piena di erbacce e buchi

La superstrada camuna è di nuovo invasa da piante infestanti, erba altissima, edera che ricopre la cartellonistica
AA

A sbottare, un paio di settimane fa, erano stati automobilisti, turisti e amministratori dell’alta Vallecamonica. Stanchi, a vario titolo, della mancanza di decoro delle strade, della pericolosità a transitare - sia in auto sia a piedi e della mancanza di cura. 

Oggi, a rincarare la dose e ad alzare la voce sono gli stessi «attori», ma a una sessantina di chilometri più a sud: in questi giorni, i mugugni per la «foresta» ai lati della Statale 42 e per le tante, forse troppe, buche nella carreggiata sono automobilisti, turisti e amministratori della bassa Valle.
D’altronde, lo scenario, anche quest’estate, è sconfortante. A indicare probabilmente che le lamentele e le rimostranze del passato non sono proprio servite a nulla. 

La superstrada camuna è di nuovo invasa da piante infestanti, erba altissima, edera che ricopre la cartellonistica e impedisce di vedere i segnali stradali. Al centro della carreggiata, le cose non vanno meglio: dopo un primo «colpo» qualche mese fa, quando qualche tratto nella zona più a sud della 42 è stato asfaltato, i rulli si sono purtroppo fermati, lasciando la quindicina di chilometri tra Darfo e Breno simili e un colabrodo.

Il tutto, alla vigilia del picco turistico di agosto, quando la Statale viene percorsa non solo dai residenti, ma soprattutto dai villeggianti, che di certo anche stavolta non troveranno una Valle ordinata e curata.
Lo scorso anno il taglio della vegetazione era arrivato intorno a novembre, quando ormai non era più neppure utile, stante la stagione e lo sfiorire del verde. Quest’anno, nonostante le raccomandazioni e gli auspici, ci si prepara a bissare la cosa. In modo analogo è andata anche per i crateri nella carreggiata, quando invece - vedendo qualche camion di asfalto circolare - si pensava che almeno il problema delle buche sarebbe stato affrontato.
Così non è andata: basta percorrere il tratto di superstrada per averne la prova. Gli amministratori locali si interrogano sulle possibili strade da imboccare (o invocare) per far sì che almeno questo problema possa essere risolto, una volta per tutte, con Anas.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia