Valcamonica

Omicidio Ziliani, no alla perizia psichiatrica per gli accusati

Paola e Silvia Zani con Mirto Milani a processo il 27 ottobre. Rispondono in concorso di omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere
RINVIO A GIUDIZIO PER IL 'TRIO CRIMINALE'
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L’appuntamento in aula è il 27 ottobre. Davanti alla prima sezione penale della Corte d’assise di Brescia, presieduta dal giudice Roberto Spanò, quel giorno inizierà il processo a Mirto Milani e alle sorelle Silvia e Paola Zani. I tre sono accusati dell’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù, paese dell’Alta Valcamonica, scomparsa l’otto maggio dell’anno scorso e ritrovata cadavere tre mesi dopo. Il «trio criminale», come fu definito dagli inquirenti, dovrà rispondere in concorso di omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere.

Il giudice per le indagini preliminari di Brescia, Gaia Sorrentino, nell'udienza odierna ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica che la difesa aveva avanzato.

Le confessioni

Le due sorelle Zani, figlie della vittima che dal 24 settembre scorso condividono la stessa cella nel carcere femminile di Verziano, a fine maggio hanno confessato di aver ucciso la madre. La loro confessione è arrivata, rompendo sei mesi di silenzio, il giorno dopo che il fidanzato della maggiore - il 28enne Mirto Milani - ha per primo ammesso l’omicidio durante l’ultimo interrogatorio in carcere. La confessione del ragazzo è scaturita dopo le confessioni - poi finite agli atti - che nei mesi scorsi, senza sapere di essere intercettato, ha fatto a un compagno di cella a Canton Mombello. Il cantante lirico bergamasco ha così confermato il racconto di quanto progettato per mesi, in collaborazione con le figlie della vittima. Lo ha spiegato al Giornale di Brescia lo stesso detenuto che, collaborando con gli inquirenti, ha raccolto gli sfoghi e le ammissioni di Milani.

  • Gli avvocati all'uscita dell'udienza preliminare
    Gli avvocati all'uscita dell'udienza preliminare
  • Gli avvocati all'uscita dell'udienza preliminare
    Gli avvocati all'uscita dell'udienza preliminare
  • Gli avvocati all'uscita dell'udienza preliminare
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  • Gli avvocati all'uscita dell'udienza preliminare
    Gli avvocati all'uscita dell'udienza preliminare

«Mi aveva dato tre versioni prima di dirmi la verità - ha detto -. Mirto è un ragazzo di alto livello culturale, molto legato alla madre e estremamente religioso: recitava interi passaggi della Bibbia a memoria». Al compagno di cella il giovane ha detto di aver contribuito a stordire Laura Ziliani con le benzodiazepine nascoste in un muffin, per poi soffocarla con un sacchetto in testa e seppellirne il corpo in una fossa vicino al fiume. Si sarebbe trattato solo dell’ultimo tentativo di uccidere la donna: «Ci avevano provato già diverse volte».

I possibili moventi

Dall’interrogatorio in cui le sorelle Zani avevano ammesso il delitto, invece, era emerso un rapporto molto conflittuale con l’ex vigilessa. Secondo quanto trapelato, le due ragazze avrebbero detto di sentirti sbagliate, inadeguate e inferiori: sarebbe stato questo disagio psicologico a indurle, con l’aiuto del fidanzato della più grande, a architettare l’omicidio della madre. Tutti e tre hanno dunque negato ogni movente economico, nonostante gli inquirenti restino convinti che il consistente reddito mensile e il patrimonio immobiliare della Ziliani abbiano giocato un ruolo fondamentale.

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