Valcamonica

Nuovo saccheggio all'hotel fantasma

Stavolta i vandali hanno preso di mira porte, finestre e infissi delle camere
AA

Per una Montecampione che progetta e ricostruisce, c’è n’è una che smonta e distrugge. Dopo i falò di poltroncine e materassi e il lancio di tavolini e estintori nella piscina abbandonata, il luna park del saccheggio ha ripreso a girare: dal vecchio hotel a quota 1.200, che si affaccia sul parterre della pista da sci da dove partono gli impianti di risalita, da qualche settimana è cominciata la corsa a portar via porte, finestre e infissi delle camere da letto. Al cartello che minaccia «denuncia penale» a chi oltrepassa la porta d’ingresso, non crede più nessuno e quel che resta dell’hotel simbolo del fallimento Alpiaz, è sempre più devastato. 

Fino a qualche mese fa, i balordi avevano preso di mira solo l’interno dell’immobile dove le vetrate sfondate, i corridoi impercorribili e le camere messe a soqquadro, regalano ancora un caos da post-bombardamento. Ma, alle centinaia di sciatori della domenica, famiglie, villeggianti e accompagnatori degli sci club, non è sfuggito l’ultimo scempio alla luce del sole.

Una porzione del piano terra dell’ex hotel si affaccia proprio sulle piste da sci e, a dirla tutta, è l’unica nota stonata di un contesto dove si respira aria nuova. Vedere per credere: alcune porte in legno che dalle camere da letto portano sui terrazzini, sono state sfondate a calci. Altre sono state portate via. Alle finestre delle otto camere è andata anche peggio: spariti tutti i serramenti e, non contenti, da una è stato smontato anche il telaio. Rimangono solo le tende color caffellatte che sventolano come fantasmi al sole. La privacy è un lusso: dalle piste si vedono letti a castello e materassi, abat-jour e mini televisori. Basta girare l’angolo e va anche peggio: nel salone della piscina è stata sfondata un’altra vetrata interna e sono «saltati» anche alcuni finestroni al piano superiore creando un pericolo per i pedoni che passano nel vialetto. Consiglio: meglio non allontanarsi dalla pista. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia