Valcamonica

L'altro Cavaliere: sfidò il virus per produrre bombole d'ossigeno

Bisognava costruire 5 mila esemplari con urgenza: Maurizio Magli scelse di continuare a lavorare
Maurizio Magli, lavoratore della Tenaris, originario di Artogne - © www.giornaledibrescia.it
Maurizio Magli, lavoratore della Tenaris, originario di Artogne - © www.giornaledibrescia.it
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Niente festa, al massimo un caffè alla macchinetta con i compagni di lavoro nell’area a caldo bombole e bomboloni della Tenaris di Dalmine, nella Bergamasca. C’è ancora tanto dolore ad Alzano e Nembro, i due paesi che confinano con Albano Sant’Alessandro dove Maurizio Magli abita da alcuni anni. Non è ancora tempo di feste. «Però il riconoscimento mi ha fatto piacere, è un premio personale che condivido con il direttore del reparto, Andrea Ranucchi, e i miei colleghi». Magli, 40 anni, è camuno di Artogne, dove ha vissuto fino a otto anni fa.

«I miei genitori, Valentino e Teresina, vivono lì. Quando hanno appreso la notizia, mercoledì, sono rimasti increduli e felici, come me del resto». Maurizio Magli è uno dei 57 Cavalieri al merito della Repubblica nominati dal presidente Sergio Mattarella. Un primo gruppo di persone di varie professioni e provenienza geografica che si è distinto nella lotta contro il coronavirus. Maurizio ha dato il suo contributo con il lavoro, scegliendo - insieme a trenta compagni - di restare in azienda per preparare oltre cinquemila bombole di ossigeno per uso medicale.

Si era fra marzo ed aprile, nelle settimane in cui, nella Bergamasca e nel Bresciano, era esplosa una emergenza nell’emergenza: la mancanza di ossigeno, determinata dal boom di richieste da parte di ospedali, rsa, malati Covid oppure con problemi respiratori da curare a casa. «Alla Tenaris - racconta Maurizio - arrivò una commessa da cinquemila bombole da fare al più presto». Il suo reparto, visto il tipo di produzione, non era soggetto al lockdown, ma si poteva lavorare su base volontaria. Una trentina di operai (la metà), compreso Maurizio, scelse di rimanere al suo posto.

Le bombole furono costruite a tempo record. «Di solito - racconta Magli - dall’ordinazione del cliente alla messa in produzione nel nostro reparto passano un paio di mesi». La Dalmine costruisce vari tipi di tubi. «In questo caso furono sospese altre lavorazioni per dare la precedenza agli involucri che noi dovevamo poi trasformare in bombole medicali. In un mese ne abbiamo preparate oltre cinquemila». Più di quelle ordinate.

«L’onorificenza - sottolinea Magli - va idealmente a tutta la squadra. Il merito è di tutti coloro che hanno lavorato. Diciamo che io, magari, sono il più carismatico». L’operaio che ha caricato e motivato la formazione. Magli è operatore al trattamento termico del reparto bombole nello stabilimento di Sabbio, un quartiere di Dalmine. Lavora da oltre vent’anni per la Tenaris, prima nella sede di Costa Volpino. Albano Sant’Alessandro, dove vive, si trova a pochi chilometri dall’epicentro bergamasco del Covid-19, Nembro e Alzano. «Ci sono stati tanti lutti e sofferenze. Io e i miei colleghi siamo contenti, con il nostro lavoro, di avere potuto aiutare chi stava male, magari di avere anche salvato delle vite».

 

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