Valcamonica

Formaggi stagionati nella galleria incompiuta

La galleria abbandonata sul vecchio tracciato della Statale 42, a Capo di Ponte, potrebbe ospitare celle frigorifere per prodotti alimentari
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Formaggi stagionati in galleria? Sì, grazie. La serie «agricoltura ed enogastronomia creativa in Valcamonica» ha un nuovo episodio. Se il ritrovamento di alcune incisioni rupestri quasi una ventina di anni fa aveva portato all’abbandono del tracciato originale della Statale 42, le strutture costruitite da Anas, spendendo parecchi miliardi di lire, sono rimasti in piedi, a impattare sull’ambiente della media Valle. 

Ora la nuova superstrada camuna corre veloce a qualche centinaia di metri di distanza dalle vecchie costruzioni, che sono rimaste inermi a riempirsi di vegetazione. Ma è venuto il tempo di pensare al futuro di quei tunnel scavati nella roccia, mai completati e, di conseguenza, mai utilizzati. 

Se a Breno il formaggio tipico Bré si stagiona nella galleria del rifugio antiaereo sotto il castello, la Comunità montana ha pensato - forse mutuandone l’idea - di far invecchiare i prodotti lattiero caseari camuni nella galleria abbandonata del vecchio tracciato della 42 a Capo di Ponte, realizzandovi un centro di stoccaggio dei prodotti agroalimentari valligiani, di cui si sente da tempo la necessità. 

Del progetto se ne parla da qualche anno, prima per trovare le risorse e la quadra amministrativa tra enti (Anas, Comunità montana, Comune), poi per capire la reale utilità dell’intervento. Iniziativa che negli ultimi mesi ha fatto un balzo in avanti, da quando l’Amministrazione capontina ha approvato lo schema di concessione in comodato d’uso gratuito alla Comunità montana della galleria, per realizzarvi locali per la stagionatura dei beni della Valle. 

Nell’ultimo mese, più volte l’assessore all’Agricoltura dell’ente comprensoriale ne ha parlato, facendo i nomi delle attività che troveranno spazio sotto il tunnel: prima tra tutte la Cissva, con i suoi formaggi, ma anche le realtà che si occupano di piccoli frutti e di mele, che hanno oggi grossi problemi di conservazione. 

Dentro la galleria, impiegando 311 mila euro, la Comunità collocherà una serie di celle frigorifere che permetteranno di mantenere i beni e di venderli nel momento in cui il mercato ne fa richiesta. 

«Abbiamo scelto proprio Capo di Ponte per realizzare le celle - ha chiarito Sacristani durante l’ultima assemblea di Cissva - proprio per venire incontro al caseificio comuno». 

Cissva dal canto suo, a febbraio, aveva confermato all’ente il proprio interesse per l’utilizzo della galleria e per la sue eventuale gestione, anche se aveva specificato che l’adeguamento della struttura era vincolato alla partecipazione degli enti locali. Ora che la quadra è stata trovata, non resta che avviare i lavori di adeguamento, sia interni che esterni.

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