Valcamonica

Cevo, 335mila euro per la nuova Croce del Papa

Appaltati i lavori per ricostruire la Croce che nel 2014 crollò, uccidendo Marco Gusmini. Il finanziamento all'interno di un bando regionale
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Tra il silenzio e un po’ di stupore, la scorsa settimana è stata appaltata la ricostruzione della Croce del Papa sul Dosso dell’Androla a Cevo.

L’Unione della Valsaviore, dopo aver ricevuto 335mila euro di finanziamento a fondo perduto erogati dalla Regione con il bando dei Seimila campanili, finanziato dal Governo, ha mandato in appalto l’opera a fine 2015 e la gara è stata vinta da una ditta camuna, la Cmm dei fratelli Rizzi di Vezza d’Oglio che, espletate le ultime formalità, potrebbe aprire il cantiere in primavera.

Secondo le previsioni del sindaco cevese Silvio Citroni la nuova croce in acciaio corten (la precedente era in legno) e la statua restaurata del Cristo - crollate nell’aprile 2014 uccidendo un ragazzo di 21 anni - potrebbero essere sistemate dopo l’estate, con l’intestazione prevista in autunno, se tutto andrà per il verso giusto.

Il sito, con il rinato monumento che ricordava la visita di Giovanni Paolo II a Brescia, sarà a ricordo proprio di Marco Gusmini, l’animatore rimasto ucciso all’Androla mentre era in gita con l’oratorio di Lovere. 

Il progetto «Riqualificazione e messa in sicurezza del complesso monumentale Croce del Papa: dalle vie di pellegrinaggio della Val Camonica alla strada della Via Crucis in Valsaviore» prevede la rimozione di tutti i resti oggi presenti, ovvero il moncone in legno rimasto ancorato al suolo, e la posa di una nuova trave in corten molto simile alla precedente. 

Le ali ai lati del manufatti, i cosiddetti Millenni, verranno risistemati mentre il grande Cristo realizzato da Giovanni Gianese, rimasto pesantemente danneggiato dalla caduta, sarà restaurato. Realizzare una nuova statua sarebbe costato il doppio, ma braccia e parte delle gambe dovranno comunque essere completamente rifatte, per fissarle meglio nell’acciaio.

Alla Cmm spetterà anche la manutenzione per dieci anni, compito non certo facile, visto che proprio le manutenzioni sono finite nel mirino della magistratura nel processo per omicidio colposo.

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