Cultura

Omar Pedrini e quel bacio sul Garda nell'estate del 1978

Pedrini si racconta: dai giorni in vacanza al lago da ragazzo alle lunghe tournée con i Timoria prima e da solista poi
La bella stagione è sul palco. Omar Pedrini ritratto durante uno dei suoi concerti estivi // PH. L. PERINO
La bella stagione è sul palco. Omar Pedrini ritratto durante uno dei suoi concerti estivi // PH. L. PERINO
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Strano destino quello degli artisti. Spesso lavorano quando gli altri si divertono. È il caso dei musicisti, è il caso di Omar Pedrini, già fondatore dei Timoria, che questa primavera ha pubblicato il nuovo album da solista «Come se non ci fosse un domani». Lavoro che sta promuovendo con un calendario fittissimo di date in tutt’Italia. Omar suonerà anche nel Bresciano, il 27 agosto a Salò e il 2 settembre alla Fiera di Orzinuovi. Lo stesso mese sarà protagonista di un concerto benefico in città («dei dettagli parlerò tra qualche tempo»).

Omar, che cosa ti fa venire in mente la parola «vacanza»?
Le scuole superiori. L’ultima vacanza vera l’avrò fatta a 18-19 anni. Poi ci sono stati i Timoria, e la bella stagione faceva rima con tournée. E da lì in poi è praticamente sempre stato così.

Dove andrai quest’anno in ferie, e con chi?
Con... la mia band. Porto la mia musica nei luoghi in cui gli altri si divertono. Sto viaggiando ad un ritmo di dodici date al mese. Se il tour presenta qualche giorno «off», mi rilasso tra le vigne della Toscana dove vado a trovare mio padre, raggiungo mia moglie e la nostra bimba a San Felice, sul Garda, oppure mi concedo un po’ di relax sulle montagne venete.

Che cosa ricordi delle estati della tua infanzia?
Ricordo i lunghi soggiorni sul Benaco. Gli sforzi per imparare qualche parola di tedesco da rivolgere ai ragazzini che popolavano gli alberghi e i campeggi.

Quale è stata la tua prima vacanza da solo?
Sono un po’ atipico. Non ho mai fatto vacanze come quelle che di solito raccontano gli amici. Per me, da ragazzo, le vacanze erano sul lago.

E l’estate più bella?
Di certo quella del 1978. Diedi il mio primo, innocente bacio a una giovane tedesca. Ricordo ancora: veniva da Düsseldorf. Era bionda, con grandi occhi blu, e sembrava venire da un altro mondo.

Cosa non può proprio mancare in valigia?
Come vi dicevo, d’estate io sento... il profumo delle vacanze degli altri. Oggi come oggi nella mia valigia non manca la chitarra per suonare dal vivo.

L’attività preferita sotto l’ombrellone?
Prima regola: niente musica. In realtà sono più un «animale da montagna» che un uomo da spiaggia, ma se mi trovo sotto un ombrellone colgo l’occasione per fare un bel pisolino. Un libro che consigli per la vacanza... Consiglio di leggere Zygmunt Bauman, il sociologo e filosofo che ci ha lasciati quest’anno. Ci ha insegnato che la società di oggi è «liquida» e ci ha messo in guardia sui cambiamenti climatici.

 

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