Cultura

La realtà così com'è: «Brescia Quale?» di Alberto Cima

Circola online il corto girato dal regista Alberto Cima in cui si mostra la città nel 1975: «Volevo fare vedere le cose così come sono»
Brescia Quale? (1975) - Alberto Cima
AA

Per quegli strani meccanismi dei social network in queste ore sta girando su diverse bacheche Facebook il filmato «Brescia Quale?», realizzato nel 1975 dal regista nato a Bergamo nel 1944, e bresciano d’adozione, Alberto Cima.

Nei sette minuti del video si vede la città assediata dal nuovo cemento in arrivo, dalle automobili, da un senso di degrado. Roba lugubre, verrebbe da dire, ma in realtà con un certo fascino, dettato anche dal fatto di poter vedere un ritratto di Brescia senza tanti fronzoli, direttamente dalla strada, con un punto di vista forte.

«Ho sempre visto il mio cinema come un occhio sulla realtà sfrondato da qualsiasi luogo comune, senza condizionamenti, per fare vedere le cose così come sono», racconta Cima, che vive a Orzinuovi con la moglie, la pittrice Paola Ratti Cima.

È stata lei a curare le musiche del corto, con brani del compositore giapponese Isao Tomita, scomparso quest’anno. 

«Lo realizzai per un concorso organizzato da Alberto Pesce (critico cinematografico del Giornale di Brescia, ndr) e Achille Rizzi». Il tema? Un ritratto della città: «Il mio punto di vista era molto critico», prosegue Cima, che un paio d’anni fa ha caricato online i suoi lavori.

«Mi ha aiutato mio figlio - racconta -. Ho voluto mettere a disposizione tutto l’archivio». Una scelta azzeccata. «Brescia Quale?» viene così presentata su Youtube: «Strade a misura di auto, il cemento prevarica sul rustico che era spia di una casa in qualche modo posseduta, non trappola. Giardini a fondo duro, buoni solo per le moto. Brescia realtà o incubo? La casa popolare è stinta, triste. Casermoni lasciati lì, quartiere senza nesso. I ragazzini scivolano su collinette di terra e rifiuti. Uomo dove vai?». Si tratta di una citazione di Luciano Spiazzi che rende bene il clima del video, in cui la città sembra una moderna rovina, tra sviluppo immobiliare - sulla cui bontà il regista nutre evidenti dubbi - e abbandono. È da vedere. 

Il 4 novembre, per ricordare l’alluvione a Castel Mella, verranno proiettati i filmati girati in quei giorni. Oltre a un lavoro di Pietro Rodella, ce n’è uno girato da Cima: nove minuti in cui si vedono gli effetti dell'esondazione del fiume Mella.

 «Brescia per fortuna non mi ha dimenticato», commenta il regista sorridendo. Ai suoi lavori Julio Pollino Tamayo ha dedicato un libro. Nel caso, lo trovate qui in pdf.  C'è anche un capitolo dedicato a «Brescia Quale?», in cui il corto viene descritto come «una finestra da cui poter assistere all'inarrestabile avanzata della disumanizzazione, dello snaturamento, di tute le cità e di Brescia in particolare, con quella bellezza palpabile, sporca, che dà solo l'otto millimetri».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia