Cultura

Il carcere di Verziano diventa il set di un film

Inizieranno a fine mese le riprese del film di Nicola di Francescantonio. I detenuti saranno affiancati da attori nella lavorazione
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«Un film interamente realizzato nel carcere di Verziano, con attori professionisti impegnati a recitare accanto ai detenuti, che poi saranno coinvolti anche nelle fasi di montaggio». 

Il regista genovese Nicola di Francescantonio descrive così il lungometraggio «Gina», del quale è pronto a battere il primo ciak entro la fine del mese nella casa circondariale di via Flero. 

«Sono previste cinque settimane di lavoro sul set, dove passeranno a trovarci alcuni ospiti speciali come Pupi Avati e Vladimir Luxuria, che supporteranno il progetto con la loro presenza amichevole nel film», spiega il cineasta. 

Il titolo «Gina» è l’acronimo di «Gente Interrotta Nuovamente Attiva» e lo spirito dell’iniziativa è proprio la volontà di proporre un’occasione dalle forti potenzialità creative, umane e formative per i circa 40 detenuti (sia uomini sia donne) che prenderanno parte alle attività programmate a Verziano. 

Si delineano, peraltro, i tratti di un’esperienza sociale di grande interesse per tutti i soggetti protagonisti di questa avventura bresciana, a partire dal cast di professionisti in arrivo in città per recitare nel film: gli attori Dario D’Ambrosio (noto per il ruolo dell’ispettore Canton, al fianco commissario Scialoja nella serie tv «Romanzo Criminale»), Luca Lionello (figlio del celebre attore e doppiatore Oreste), Alessandra Celi (figlia degli attori Adolfo Celi e Veronica Lazar) e Sara Bertelà, attrice teatrale con esperienze sul piccolo schermo. 

Nicola di Francescantonio racconta: «La mia idea, inizialmente, era proporre un corso di cinema in carcere, ma desideravo renderlo innovativo e l’intuizione vincente è arrivata accettando la sfida di trasformare l’esperienza didattica in un vero laboratorio di produzione, che porterà i partecipanti a realizzare un film: non solo le riprese, ma anche tutte le fasi di postproduzione saranno momenti di scambio culturale per chi prenderà parte al progetto. Inoltre cinque ex carcerati genovesi hanno accettato di seguirmi a Brescia: una scelta davvero significativa, che aggiunge valore al gruppo di persone che hanno creduto nella proposta, tra le quali desidero ringraziare Francesca Paola Lucrezi, direttrice della casa di reclusione di Verziano, e l’educatrice Anna Garda, impegnata nelle attività pedagogiche interne al carcere». 

La trama di «Gina» è ricca di omaggi alla settima arte, come chiarisce di Francescantonio, autore anche del soggetto e della sceneggiatura: «Si tratta di una storia ambientata nel periodo natalizio, con atmosfere felliniane e "un ritmo alla Emir Kusturica". La narrazione procede su due livelli: si racconta l’avventura di un regista che si reca all’interno di un istituto di reclusione per tenere lezioni di cinema e inizialmente non viene accettato. Questa vicenda principale consente di svelare il backstage di un set cinematografico, con tutti i suoi segreti, che, a poco a poco, affascinano i corsisti». 

Il regista genovese, affiancato per la produzione dalla FM Communication di Fabio Montecalvo, oltre ad avere alle spalle una lunga esperienza in Rai, ha diretto numerosi spot e videoclip. Nel 2013 ha firmato il documentario «Una canzone per il Paradiso», un racconto a tratti visionario girato nel cuore di Genova, mettendosi in cammino con Gino Paoli e don Andrea Gallo sulle tracce dei cantautori Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco, Bruno Lauzi e Umberto Bindi. Sempre pronto a far confluire nel suo cinema diverse forme artistiche, di Francescantonio nel film bresciano ospiterà anche il maestro pittore e scultore Odo Tinteri.

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