Cultura

«Buongiorno Italia» in mostra al Musil

Inaugura oggi l'esposizione dedicata alle 40 tavole originali tratte dal film mai realizzato di Cesare Zavattini
BUONGIORNO ITALIA AL MUSIL
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Dall’archivio della Gamma Film, donato negli anni ’90 dal titolare Roberto Gavioli alla Fondazione Luigi Micheletti di Brescia, escono le immagini di un’Italia ricca di colori e fantasia. Sono quelle delle 58 tavole originali che gli illustratori della Gamma disegnarono alla fine degli anni Cinquanta per un lungometraggio a cartoni animati mai realizzato: «Buongiorno Italia», per il quale Cesare Zavattini scrisse il soggetto e di cui rimangono oltre 30 pagine di sceneggiatura.

 

 

  • 40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano
    40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano
  • 40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano
    40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano
  • 40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano
    40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano
  • 40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano
    40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano
  • 40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano
    40 tavole di «Buongiorno Italia» in mostra al Musil di Rodengo Saiano

Quaranta di quelle tavole - ognuna contenente più disegni, sorprendenti per qualità artistica, grafica innovativa e profusione d’idee - saranno esposte da oggi, sabato 22 aprile, al 18 giugno al Musil, il Museo dell’industria e del lavoro di Rodengo Saiano, in una mostra curata da Stefano Guerrini. Sarà l’occasione per ricordare Gino Gavioli, scomparso nel novembre scorso: fu lui, disegnatore raffinato, a fondare nel 1949 - insieme al fratello Roberto - la Gamma Film, che nei suoi studi milanesi realizzò i più celebri Caroselli pubblicitari della storia della televisione.

Racconta il curatore Stefano Guerrini: «Il Fondo Gamma Film, oggi custodito nella Sezione cinema del Musil, è ancora in gran parte inesplorato. Sapevamo della presenza di queste tavole, a cui fu dedicata una mostra negli anni Novanta al Centre Pompidou di Parigi. L’anno scorso ne abbiamo esposte alcune al Mantovafilmfest, ma questa sarà l’occasione per proporle quasi tutte».

«Buongiorno Italia» avrebbe dovuto rappresentare un ulteriore salto di qualità per l’impresa dei Gavioli, con il passaggio dai brevi filmati pubblicitari a un vero lungometraggio, da presentare alla Mostra di Venezia del 1960. Il progetto non si concretizzò, rallentato dalla gran mole di impegni di Zavattini (tra viaggi e infiniti progetti, lavorava in quel periodo anche alla sceneggiatura de «La ciociara» di De Sica). L’appuntamento col cinema «maggiore» fu peraltro rimandato di poco: nel 1961, per il centenario dell’Unità d’Italia, i Gavioli realizzarono il film «La lunga calza verde», recuperando per esso anche parte del soggetto zavattiniano di «Buongiorno Italia».

Il nuovo mediometraggio ripercorreva la storia delle vicende risorgimentali: sono «i 20 minuti più audaci e innovativi di tutto il nostro mondo di cartone», secondo il critico Marco Giusti, e riscossero un successo internazionale. Nella mostra bresciana sarà possibile vedere il film e ne sarà esposta la documentazione iconografica.

Zavattini riversò in «Buongiorno Italia» un’idea che coltivava da anni: raccontare 24 ore di vita del nostro Paese evidenziandone i caratteri più tipici, «alternando elogi, critiche e ironie, sempre su un piano spettacolare e cordiale». Lo scrittore amava disegnare e dipingere: e l’incontro con i Gavioli, la scoperta di un’impresa che impegnava nei cartoon quasi duecento persone, lo entusiasmò.

Nel 1959 dichiarò che quel soggetto «lo avrei potuto realizzare in mille maniere, con Rossellini o De Sica, in modo poetico o realistico. Lo realizzerò invece con questi ragazzi». Claudio Olivieri, Maria Luisa Gioia, Giancarlo Carloni, Nicola Falcioni disegnarono le tavole, che - seguendo le indicazioni del soggetto - si aprono «sulle immagini di un’Italia mitica», tra visioni notturne di ciclopi immersi nel fuoco di vulcani, e riferimenti ai molti eserciti che hanno percorso il suolo italiano. Ma l’ironia prende presto il sopravvento, quando il sole del primo mattino coglie di sorpresa alcuni «monumenti e luoghi famosi d’Italia»: la Bocca della verità sta bisbigliando qualcosa, il leone in pietra di una chiesa romanica soffoca uno sbadiglio.

Appaiono «chiese famose, fabbriche, visioni di città» che rivelano «due aspetti contrastanti di sé: fastosità e miseria, felicità e tristezza, vitalità e senso di morte». Tra virtù e difetti nazionali oscilla l’intera narrazione, piena di impennate fantasiose, suddivisa in capitoli che tratteggiano frammenti dell’identità italiana: il lavoro e la scuola, la burocrazia e il traffico, Napoli col suo «Olimpo di santi e benefattori», le scritte sui muri nelle quali passa «tutta la storia recente d’Italia», la mafia e il turismo. Proprio la parte in cui i turisti «invadono» l’Italia, occupando in un crescendo incalzante ogni angolo del nostro Paese «come formiche affamate», sarebbe diventata poco tempo dopo lo spassoso inizio de «La lunga calza verde».

Per info e approfondimenti: www.musilbrescia.it

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