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La Loggia: «Lo stadio? Corioni paghi gli affitti»

L'assessore allo sport del Comune Massimo Bianchini considera «uno sgarbo» la minaccia di portare le rondinelle via da Brescia.
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Sono finite le cortesie per gli ospiti, ora volano gli stracci. Gino Corioni accusa le istituzioni di non aver concluso nulla sul fronte dello stadio e minaccia di portare le rondinelle a giocare nei campi di Mantova o Cremona? Il Comune di Brescia gli fa gentilmente notare che, prima di andarsene, dovrebbe passare a saldare l'affitto dello scorso anno. E già che c'è, dovrebbe firmare il contratto per l'utilizzo della struttura nella stagione in corso. Questa la secca risposta dell'assessore allo Sport, Massimo Bianchini.

È ormai polemica aperta tra il Brescia Calcio e la Loggia. Nell'intervista apparsa ieri sul Giornale di Brescia, il pres aveva lanciato la sua bomba: «Se a breve non avrò risposte concrete sullo stadio, quella con il Sassuolo è stata l'ultima partita giocata al Rigamonti. Basta, non ne posso più. È una vergogna dover giocare in quell'impianto. Le ultime partite le faremo da un'altra parte. Dove? Dove c'è posto. Cremona è la prima ipotesi, ma anche Mantova andrebbe bene. Ovunque, ma non più al Rigamonti».

Provocazione? Decisione definitiva? Qualsiasi cosa sia, non è piaciuta all'assessore Bianchini. «Sono avvilito di apprendere queste notizie dalla stampa - risponde -. A Corioni è stato più volte inoltrato un sollecito perché firmasse il contratto per l'utilizzo dello stadio e non c'è stata risposta. Inoltre c'è una morosità pregressa da sanare. La nostra porta rimane aperta, nonostante questo sgarbo. Voglio ricordare tra l'altro il milione e mezzo speso dal Comune per sistemare il Rigamonti».

Tecnicamente, dunque, il Brescia non avrebbe nemmeno titolo per giocare a Mompiano in quanto manca il contratto. In più ci sono 55.000 euro che mancano all'appello. «Non è il tempo per gli insoluti - aggiunge il vicesindaco Fabio Rolfi -. Corioni non può addossare tutte le responsabilità al Comune. Si è sempre dimostrato freddo nei confronti della cittadella dello sport, non fornendo alcun sostegno. Si tratta di un progetto rallentato per la crisi, ma non cancellato».

A questo punto ci si può aspettare di tutto, anche che Corioni accusi apertamente i politici che si opposero allo stadio a Castenedolo, mettendo in piazza nomi, cognomi e colori politici. Lo farà? Nel frattempo, si riapre il dibattito sullo stadio, nuovo o rinnovato che sia. Un dibattito in cui il sindaco Adriano Paroli si inserisce con un silenzio pesante.
Dal canto suo, il capogruppo del Pd in Loggia, Emilio Del Bono, è convinto che la scelta migliore stia «nella ristrutturazione radicale del Rigamonti». «Dovrebbe essere in capo al Brescia Calcio - aggiunge - con la possibilità di gestire l'impianto come se fosse di proprietà per un numero prestabilito di anni (50?)».

Laura Castelletti richiama Corioni alle sue responsabilità economiche e ribadisce che la Loggia non deve spendere un euro per lo sport professionistico perché «non ci sono le condizioni». L'assessore allo Sport della Provincia, Fabio Mandelli, capisce lo sfogo del presidente delle rondinelle, ma chiede che si rispettino i tifosi e il Comune «che sta lavorando ad una soluzione».

Il clima è teso, non è detto che tra Loggia e Brescia si riesca a ricucire. Corioni, intanto, vuol portarsi via il pallone. Almeno quello è suo.
Emanuele Galesi

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