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Ci risiamo: servono otto milioni per salvare il Brescia Calcio

I soldi per gli stipendi, i fondi per ripianare il buco di bilancio: il futuro del Brescia Calcio fa di nuovo paura
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«Chi ha sbagliato?» chiedeva Boskov e la risposta era sempre «Pagliuca!». «Chi paga?» si domandano i dirigenti del Brescia. «Bonometti» la replica più gettonata in via Bazoli. Ma da Rezzato il patron di Omr e presidente di Aib fa sapere tramite via sms. «Non sono coinvolto». E i soldi per la ricapitalizzazione? «Ci devono pensare i soci». 

Parole espresse nel primo pomeriggio di ieri, ennesimo giorno trascorso nella sede del Brescia calcio alla ricerca della formula giusta per far quadrarare il bilancio e dare continuità alla vita del club. Ma il tempo stringe.

Entro il 24 giugno servono un milione e 300mila euro per gli stipendi delle ultime tre mensilità. Prima del 7 luglio è necessario un bonifico per raggiungere quota 8 milioni e 100mila euro. Tanto quanto richiede la ricapitalizzazione complessiva. Cifra che potrebbe abbassarsi se entro i primi cinque giorni di luglio il club riuscisse a vendere un suo giocatore. Ma non sembra troppo facile. E allora, che si fa? 

La cartellina blu carica di numeri e debiti è sempre sulla scrivania di Rinaldo Sagramola.

Un’altra data da segnare in rosso è quella del 30 giugno, quando dovrà essere chiuso l’esercizio contabile del Brescia calcio. I numeri dicono che, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la situazione debitoria è calata di almeno 4 milioni di euro. Frutto dei tagli voluti dalla proprietà: stipendi su tutti. Una proprietà che ha però dovuto fare i conti con 4 milioni e 422mila euro di debiti che al momento del passaggio di quote dalla famiglia Corioni non erano emersi. 

La famosa «polvere sotto il tappeto» più volte citata da Sagramola e che in qualche modo ha rallentato il piano di risanamento della soocietà.

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