Truffa bollo auto: coi prescontrini si rischia di pagare a vuoto

Somme versate per centinaia di euro in cambio però - come hanno scoperto - di «prescontrini» che non sono affatto ricevute di pagamento
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Altre denunce e un fascicolo aperto in Procura, sul tavolo del sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia per truffa. Si allarga la vicenda dei bolli auto non pagati alla Regione da parte dell’agenzia Gima di Provaglio d’Iseo, cui si sono rivolti diversi clienti affinchè l’incaricato svolgesse questo servizio.

Somme versate per centinaia di euro, in contanti o con assegni, in cambio però - come hanno scoperto - di «prescontrini» che non sono affatto ricevute di pagamento ma semplici pezzi di carta. 

Il titolare dell’agenzia si difende affermando: «Noi siamo in regola. Le facce della medaglia sono sempre due», ma siamo ancora in attesa di conoscere quale sia la sua.

Il nostro obiettivo non è assolutamente quello di scrivere una requisitoria ma semplicemente di mettere in guardia chi - pur convinto di essere in regola con le imposte regionali - non si debba trovare a pagare il bollo due volte (come sta invece accadendo ai clienti dell’agenzia di Provaglio).

«Mi sono rivolta all’agenzia come facevo da anni, con assoluta fiducia - spiega un’amareggiata signora residente in Franciacorta -, per la mia auto e quella di mio marito: 700 euro per tre bolli. Nel leggere di queste truffe ho contattato il numero verde della Regione ed è risultato che non avevo pagato il bollo del 2015 e del 2016 per mio marito e quello del 2016 della mia vettura». La signora si è rivolta al titolare dell’agenzia segnalando il mancato pagamento e chiedendo la restituzione del denaro. Vistasela negare ha deciso di rivolgersi ai carabinieri per sporgere denuncia.

E non è la sola. Anche altre persone hanno controllato il tagliando avuto dall’agenzia, riscontrando che effettivamente non era la ricevuta di pagamento ma un «prescontrino». La differenza è chiara, e le abbiamo evidenziate anche nel graficoa: la prima evidente è che nel prescontrino manca il simbolo della Regione Lombardia; inoltre va prestata attenzione a quanto scritto: nella ricevuta di pagamento la scritta è «Totale pagato». Nella parte superiore del prescontrino compare l’avviso «Questo tagliando non è una ricevuta di pagamento» (parte che veniva tagliata in modo disonesto), E infine compare la scritta «Totale da pagare».

In entrambi i documenti, siano essi di avvenuto pagamento, o di indicazione di quanto si debba versare alla Regione, compare anche un codice identificativo della tabaccheria in cui viene rilasciato. E non si possono quindi cambiare le carte in tavola, sostenere che a rilasciare un prescontrino sia stata una ricevitoria invece che un’altra. E da qui nascono gli esposti presentati alla Procura da due tabaccherie. Denunce in cui si evideniztato che qualcuno si serve di prescontrini (rilasciati in assoluta buona fede dai titolari delle tabaccherie) per truffare invece i clienti. E in un esposto compare proprio il nome dell’agenzia Gima di Provaglio d’Iseo. «Stiamo effettuando verifiche approfondite per accertare cosa sia successo» ha affermato in serata il legale della società, l’avvocato Vincenzo Tiberti.

 

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