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Statale, un primato da olimpiadi

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Il campione italiano delle olimpiadi delle Neuroscienze di quest’anno è il diciassettenne piemontese Luca Inguaggiato del liceo scientifico Antonelli di Novara. È stato il rettore dell’Università di Brescia Sergio Pecorelli ad annunciarlo lo scorso sabato, al termine delle fase nazionale della competizione, per la prima volta ospitata nell’ateneo bresciano. Promosse dalla Dana Foundation e dalle società di neuroscienze di tutto il mondo per suscitare nei giovani interesse e curiosità nello studio della neurobiologia, le olimpiadi esordirono nel 2010, quando fu proprio l’ateneo bresciano a ospitare le fasi di selezione regionale. Un onore e un impegno da sempre sostenuto grazie al contributo dei giovani ricercatori del dipartimento di Medicina molecolare e al sostegno di diversi sponsor quali la Società italiana di Neuroscienze, la fondazione Cariplo, la fondazione Camillo Golgi, la multinazionale Chiesi Farmaceutici, il negozio Trony di Campo Grande e la società Europa sporting club.

Sarà Inguaggiato a rappresentare l’Italia alla prova mondiale, l’International Brain Bee, che si disputerà a Cairns, in Australia, dal 20 al 26 agosto. Per farlo, Luca ha ricevuto dalle mani del rettore un contributo di 2.000 euro per le spese del viaggio, e un iPad Air offerto dal negozio Trony. Quest’anno è stato registrato il più alto numero di partecipanti: il totale degli studenti iscritti alla prima fase ammontava a 3.800 con 18 regioni coinvolte. Numeri in forte crescita quelli emersi dall’edizione 2015, cifre che «parlano della voglia di questi ragazzi di mettersi in gioco - ha affermato la coordinatrice dell’evento Marina Pizzi, docente di Farmacologia - di confrontarsi, di accrescere le proprie competenze al di là dei programmi didattici tradizionali, confermando una chiarezza in merito ai loro obiettivi. Per noi è una soddisfazione vederli partecipare con acceso entusiasmo e così numerosi, è la conferma che il seme della conoscenza cresce vigoroso e robusto nelle nostre future generazioni».

Una sfida intensa è stata quella dalle selezioni sino ad oggi. La prima fase, quella locale, tenutasi in febbraio, ha visto le scuole iscritte dover selezionare 5 studenti da inviare alla tappa regionale, dove a marzo sono emersi i tre migliori che si sono presentati a Brescia. Alle 9 di sabato, nell’aula magna di Medicina è iniziato un duello di tre ore, dove solo chi effettuava il punteggio più alto passava alla prova successiva. Le olimpiadi si sono aperte con un gioco di squadra, un particolare cruciverba, per poi passare alla prima delle prove individuali, quella delle «tavole anatomiche» dove bisognava segnare le diverse aree anatomiche e cerebrali. La terza prevedeva che gli studenti formulassero in inglese le diagnosi delle malattie mostrate al videoproiettore, mentre la quarta, «Fra sapere e intuire», era una sorta di quiz di memoria. Solo 6 dei 54 aspiranti sono passati alla prova finale. Ma il discorso di Pecorelli durante la premiazione, alla quale era presente anche il prorettore delegato alla ricerca, Maurizio Memo, ha esortato i presenti a non arrendersi: «Avete a disposizione circa 104 anni - ha sottolineato il rettore - tanti quanti l’aspettativa di vita odierna, per dedicarvi alla conoscenza. E cos’è stata, se non la conoscenza stessa, a portare l’uomo a vivere così a lungo?».

Barbara Fenotti

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