Scienza

Effetto risonanza e i segreti del rullo perfetto

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La prima l’ha costruita da ragazzino, per gioco e per far baccano. Con due pentole, un fustino di detersivo, dei tamburelli, smontando pure un tavolo da pic nic, per la gioia di papà Vito.

Seguono gli esperimenti adolescenziali sulla vecchia Hollywood Meazzi, segata e incollata in tutti i modi.

E poi arriva il tempo dell’alluminio e della cassa parallelepipedo con bass reflex. Per Riccardo Martinazzi la batteria è questo: passione, istinto, idea applicata, ricerca del suono.

Questo creativo bresciano di 55 anni, domiciliato alla Badia, si sta facendo conoscere un po’ dappertutto nel mondo e sta catturando l’attenzione dei grandi produttori di batterie. Lo riconoscono in tanti alle fiere internazionali, dal Musikmesse di Francoforte al Namm di Los Angeles. La sua rivoluzione si chiama RotodruM, il marchio fondato nel 2005, sotto il quale si raccolgono le AvanTime, tre serie di batterie d’una potenza e purezza timbrica non comune.

Al progetto Martinazzi lavora dalla seconda metà degli anni Settanta. Scabs è stato il primo brevetto - quello che agli albori degli Ottanta ha fatto impazzire Billy Cobham durante un seminario al Magic Bus di Brescia-, acronimo di Speciali Costruzioni Artigianali Batterie Suono, embrione di ciò che avrebbe sviluppato successivamente. Ossia strumenti a percussione concepiti sul principio della camera di risonanza. Come funziona? Ogni tamburo è composto da due porzioni, profonde circa due pollici, una superiore e una inferiore, in grado di scorrere su guide metalliche e avvicinarsi o allontanarsi tra loro. Il singolo fusto è formato da un cilindro a tre strati di pioppo e acero, su cui vengono fissati i tiranti d’acciaio.

Ad una estremità c’è la pelle, dall’altra un anello di alluminio che forma, appunto, la camera di risonanza (Info dettagliate su www.rotodrum.com).

«Le vibrazioni si mantengono all’interno del tamburo, restituiscono un suono deciso e permettono al musicista di modularlo, di equalizzarlo, aumentando e diminuendo la distanza tra la pelle battente e la risonante», spiega Martinazzi.

Grazie ai semi-fusti la batteria inoltre può essere utilizzata muta (con l'applicazione di dischi di spugna), ma anche elettronica, con i trigger. «Ogni fusto può essere microfonato, con il gain sul mixer al minimo, evitando così l’effetto di larsen e feedback - specifica Martinazzi- Mi sono chiesto: che necessità può avere un batterista? Microfonaggio e possibilità di ottenere tanti suoni su un unico strumento».

Di studio, come autodidatta, ne è servito parecchio, sui vecchi manuali e in rete. Grazie all’aiuto di papà Vito e di zia Lisetta e all’appoggio di moglie e figlio, Richy ha dato vita al marchio RotodruM «anche per non farmi più fregare le idee, come successo in passato».

A fare la differenza sono anche i materiali, scelti con la massima cura. Ad esempio le meccaniche tutte in ergal, alluminio aerospaziale. L’ultima novità presentata al Namm è la RotoghosT, trasparente e in policarbonato. Praticamente indistruttibile.

L’esperienza di Riccardo Martinazzi dimostra come la ricerca del suono rappesenti una terra senza confini.

Alessandro Carboni

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