GdB & Futura

GdB Industria 4.0: per adesso ci si ferma, per l'autunno si vedrà

Gianni Bonfadini fa il consuntivo di un bell'esperimento del nostro gruppo, giunto al termine. O forse no.
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Per adesso ci fermiamo qui.

Siamo partiti a fine gennaio, chiudiamo con giugno questa sorta di "esperimento" di GdB Industria 4.0, ovvero il tentativo da parte del nostro Gruppo editoriale di dare forza aggiuntiva ad un piano di politica industriale che vuole incoraggiare le aziende ad investire sulle nuove tecnologie digitali. E quindi si è scritto e parlato sul giornale, sul web, su Teletutto e Bresciasette, delle nuove tecnologie, appunto, di cosa sono, di cosa c’è concretamente e di quel che si delinea, della necessità di avere più formazione, di qualche incognita (non piccola) che grava sul lavoro e delle imponenti agevolazioni fiscali per le aziende che investono in queste tecnologie.

Siamo andati nelle aziende, abbiamo fatto incontri, animato con i nostri mezzi e le nostre possibilità un tema che toccherà le nostre aziende per i prossimi decenni. Forse non è una rivoluzione, come qualcuno dice, certamente il digitale in fabbrica e nella nostra vita intera e complessiva, è un fatto che ci guiderà per i prossimi decenni.

Se di rivoluzione o di più contenuta evoluzione si tratti lo si vedrà. Quel che è certo - e su questo tutti convengono - è che non possiamo starcene fuori. Dico "non possiamo" perchè un giornale locale ha anche l’obbligo, oltre che di fare informazione, anche di essere un poco sentinella di quel che accade fuori, di assumersi il ruolo di attivatore di energie quando occorra, di aggregare idee ed aziende attorno all’idea che il 4.0 è una opportunità o, per meglio dire, è una necessità imprescindibile, può segnare il discrimine fra chi ci sarà e chi no, fra chi può immaginarsi un futuro e chi no.

Da gennaio ad oggi abbiamo scritto - ogni mercoledì - quasi duecento articoli visitando aziende, raccogliendo opinioni, raccontando storie, dando conto di incontri nelle aziende (BerettaIvarFonditalAso Siderurgica), sentendo riflessioni e valutazioni di esperti (in primo luogo quelli delle aziende che ci hanno affiancato in questa iniziativa), accogliendo proposte e rilanciandole per farne patrimonio comune grazie anche agli incontri e ai confronti (una decina) che abbiamo ospitato nella nostra sala Libretti con seicento partecipanti complessivamente.

L’idea di fondo dell’iniziativa era di portare ad un pubblico vasto il tema del 4.0. Intuisco la possibile obiezione: sì, ma il taglio è stato un po’ troppo, come direbbero i tecnici, "generalista". Era esattamente quel che si voleva: far conoscere ad un pubblico vasto, oltre che alle aziende, il nuovo che avanza nelle fabbriche, cominciare a far capire, anche a chi tecnico non è, cos’è l’internet delle cose e la realtà aumentata, oppure cercare di far conoscere il valore che c’è nei dati oppure i rischi connessi ad una rete non sicura oppure, ancora, dire con forza che le tecnologie vanno bene ma che in molte aziende c’è da fare altro prima di pensare alla sensorizzazione diffusa.

Va detto che nelle aziende che abbiamo raccontato e abbiamo visto innovazioni importanti, sentito la determinazione degli imprenditori ad imboccare nuove strade, verificato la sostanza di investimenti significativi. E questo conforta. Pur senza la pretesa di assegnare a queste aziende rappresentatività eccessiva, l’impressione netta è che l’industria bresciana già si sia attrezzata per confermare un ruolo importante, e non solo in Italia.

Per adesso, come detto, ci si ferma qui. È possibile che GdB Industria 4.0 riprenda con l’autunno con qualche novità e qualche inevitabile aggiustamento. Nel frattempo, se qualche lettore riterrà di inviare dei suggerimenti, sa dove trovarci.

 

 

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