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Il 51% dei giovani pronto a espatriare per lavoro

Il 51% degli Italiani sotto i 40 anni è pronto ad espatriare per motivi di lavoro perchè non vede a breve prospettive occupazionali.
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Il 51% degli Italiani sotto i 40 anni è pronto ad espatriare per motivi di lavoro perchè non vede a breve nel futuro prospettive occupazionali. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Swg dalla quale si evidenzia l’importanza dell’impegno del Presidente del Consiglio Enrico Letta per evitare la fuga all’estero dei giovani italiani. «Sono pronti a lasciare l’Italia - sottolinea la Coldiretti - sia gli studenti (59%) che i disoccupati (53 %), ma anche coloro che hanno già un lavoro (47 per cento)».

È il desiderio di fuga all’estero, spiega la Coldiretti, è giustificato dall’incertezza di trovare lavoro. «Il 73% dei giovani - secondo lo studio - ritiene che l’Italia non possa offrire un futuro contro solo il 20% che ha invece una visione positiva perché pensa in maggioranza che l’Italia abbia le competenze e creatività per uscire dalla crisi. I risultati si invertono tra i giovani agricoltori che - rileva la Coldiretti - per la maggioranza relativa (45%) pensa invece che l’Italia possa offrire un futuro a conferma del fatto che, se inseriti in un contesto che offre spazio alla realizzazione personale, i giovani dimostrano di credere di più all’Italia.

La visione negativa del futuro è confermata dal fatto che in generale - continua la Coldiretti - il 61% dei giovani italiani che pensa che in futuro la sua situazione economica sarà peggiore di quella dei propri genitori, il 17% uguale e solo il 14% migliore, mentre il 9% non risponde. Per la prima volta dal dopoguerra la nuova generazione sarà più povera di quella che l’ha preceduta», conclude la Coldiretti nel sottolineare che «la voglia di fare meglio è stato il motore che ha fatto crescere il Paese da generazione a generazione». Ma la Coldiretti pensa anche al concreto. Una occasione per conoscere la genuinità e le caratteristiche dei veri prodotti del Made in Italy per impararli a distinguere da quelli importatati spacciati come nazionali anche - precisa la Coldiretti - sugli scaffali dei mercati al momento di fare la spesa. I «voucher» - conclude la Coldiretti - rappresentano uno strumento che offre anche interessanti opportunità di integrazione al reddito a categorie particolarmente deboli o in difficoltà come cassaintegrati e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio esprimere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo.

Un’occasione per arginare la disoccupazione record che è arrivata a quota 12,8%, la più alta da 36 anni, dall’inizio delle serie storiche. E che per i giovani vola sopra il 40% sfiorando il 42% nel trimestre per arrivare al picco del 52,8% per le giovani donne del Mezzogiorno.

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