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Giovani laureati, occupazione dopo 5 anni

Nel 90% dei casi
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A cinque anni di distanza dal conseguimento della laurea, i dottori italiani hanno il posto di lavoro nel 90% dei casi. È questo il messaggio in qualche modo confortante che emerge dal nuovo Rapporto Alma Laurea sulla condizione occupazionale dei nostri ragazzi, presentato nei giorni scorsi. Come ormai abitudine si illustra una realtà in chiaroscuro per chi ha studiato a livello universitario. La laurea però si dimostra ancora una garanzia contro la disoccupazione. Per i neolaureati di età compresa tra i 25-34 anni infatti il tasso di disoccupazione negli anni tra il 2007 e il 2014 è cresciuto solo dell’8%, passando dal 9,5 al 17,7%, ma per i diplomati il balzo negativo è stato di ben 16,9 punti (18-29enni), passando dal 13,1 al 30%. Il tasso di occupazione dei primi quindi è pari al 75,7%, dei secondi arriva al 62,6%. Migliori per i laureati anche le dinamiche retributive, con uno scarto vantaggioso di circa il 50%. Allo stesso tempo però il nostro paese è agli ultimi posti delle classifiche per la quota di laureati sulla popolazione totale, sia nella generazione dei senior, dai 55 ai 64 anni, che in quella degli junior, dai 25 ai 34 anni. Tra questi ultimi solo il 22% ha conseguito un titolo universitario, contro una media Ue (a 21 Paesi) del 37%.

Entrando nei dettagli del rapporto si scopre poi che - cinque anni dopo il tragurado - per i laureati triennali e per quelli magistrali l’occupazione è pari all’86%, in calo rispettivamente di 2 e 1 punto percentuale rispetto all’anno prima; per i magistrali a ciclo unico invece arriva all’87%, in ribasso di 3 punti percentuali. Sempre a cinque anni dal conseguimento del titolo, l’area della disoccupazione è al 9% per i laureati di primo livello e per i magistrali, e al 7% per i laureati a ciclo unico (1 punto in più rispetto all’indagine passata per i triennali e per i magistrali, e 2 in più per i magistrali a ciclo unico).

Garanzie in ribaso anche in tema di stabilità contrattuale, che riguarda il 73% dei laureati triennali e quasi il 78% dei magistrali a ciclo unico, ma era il 78% per entrambi nella rilevazione precedente. Scendono al 70% i magistrali biennali, contro il 73% dell’anno scorso. A un anno dal titolo il rapporto mostra invece una sostanziale tenuta del tasso di occupazione. Tra i laureati triennali (e per questo gruppo va tenuto conto dell’alto tasso di prosecuzione degli studi: il 54% continua con la laurea magistrale) l’occupazione è al 66%; per i laureati magistrali biennali al 70% e per i frequentanti il ciclo unico del 49%. Sempre a un anno dal titolo ha un lavoro stabile (attività autonome o contratti a tempo indeterminato) il 39% tra i laureati triennali, il 34% tra i magistrali e il 38% tra i laureati a ciclo unico. Le retribuzioni risultano in lieve aumento e superano di poco i mille euro netti mensili: 1.013 per il primo livello, 1.065 per i magistrali, 1.024 per i magistrali a ciclo unico. L’incremento è del 5% per il ciclo unico, del 2% tra i magistrali e non raggiunge l’1% tra i triennali. Lo studio sottolinea però che tra il 2008 e il 2014 le retribuzioni reali sono diminuite del 22% per i laureati triennali, del 18 e 17% per i laureati magistrali biennali e per qualli a ciclo unico. Le esperienze di studio all’estero restano poco praticate, e coinvolgono solo il 7% dei laureati, per lo più del gruppo linguistico. Aver svolto un soggiorno di studi in un altro paese però permette ai laureati di aumentare del 20% le possibilità di trovare lavoro già a un anno dal titolo.

 

 

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