Parigi, doppio blitz: uccisi tre terroristi

Doppio blitz in Francia: liberato un ostaggio e uccisi tre terroristi. Dopo la strage di Charlie Hebdo è la fine di un incubo
AA
Doppio blitz, a Vincennes e a Dammartin, tre jihadisti uccisi, diversi ostaggi liberati. Il dramma della Francia, sotto assedio da due giorni dalla strage al Charlie Hebdo, si è concluso in una manciata di minuti.
 
Dopo una lunga giornata di caccia all’uomo e otto ore di assedio oggi nella tipografia a Dammartin-en-Goel, è giunta al capolinea la fuga dei fratelli Kouachi, ritenuti gli autori dell’eccidio al settimanale satirico. L’ostaggio nelle loro mani, il 27enne Michel Catalano, responsabile della stessa tipografia, è stato liberato ed è sano e salvo.
 
Contemporaneamente la polizia francese ha dato l’assalto all’altro punto di assedio a Porte de Vincennes dove un altro jihadista, anche lui ucciso, aveva preso cinque ostaggi, tra cui un neonato, in un piccolo negozio di alimentari ebraico kosher. L’uomo, armato di kalashnikov, si ritiene sia Amedy Coulibaly, lo stesso terrorista che giovedì ha aperto il fuoco e ha ucciso una donna poliziotto a Montrouge, in un’altra banlieue di Parigi.
 
Per questo omicidio, la procura di Parigi sta cercando anche una giovane donna, la 26enne Hayat Boumeddiene. Con il passare delle ore sono emerse con più chiarezza i legami tra Cherif Kouachi e Coulibaly, coinvolti entrambi nella progettata evasione di Smain Ait Ali Belkacem, il terrorista algerino condannato all’ergastolo per gli attentati del 1995 alla Rer di Parigi. I due, riferiscono i media francesi, sarebbero stati avvistati insieme nel 2010 in occasione di una visita nel Cantal a Djamel Beghal, conosciuto come Abu Hamza, un altro esponente dell’Islam radicale, già condannato a 10 anni per aver pianificato un attentato contro l’ambasciata Usa e Parigi e arrestato nuovamente nel 2010 insieme ad altri 13 proprio con l’accusa di aver pianificato l’evasione di Belkacem.
 
Dal carcere di Rennes, lo stesso Beghal ha fatto sapere tramite il suo avvocato di «non avere niente a che vedere» con gli attacchi in corso. Un ulteriore conferma dei loro rapporti era arrivata dalla minaccia di Coulibaly di ammazzare i 5 ostaggi che erano con lui in caso di assalto delle forze speciali contro i fratelli Kouachi. I due stamane, avevano affermato di essere «pronti a morire da martiri».
 
 
 

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