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Siusi, un metro sotto il paradiso

L’altopiano più esteso d’Europa offre un’infinita gamma di possibilità per chi è in cerca di escursioni e non solo
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Ti aspetti che Nebbia arrivi da un momento all’altro, inseguito da Heidi e Peter. Se incontri una capretta il minimo che tu possa pretendere è che ti faccia ciao. Per non dire dei monti: hai tutto il diritto di ottenere ampi sorrisi.

L’Alpe di Siusi è talmente bella che sembra disegnata. Addirittura finta. Come un cartone animato. Irreale la lontananza della linea di confine, trattandosi di montagna. Irreale la gamma cromatica, che va dall’azzurro del cielo al rosa delle dolomiti patrimonio dell’Unesco, passando per tutte le tonalità del verde del bosco e delle essenze, all’arcobaleno dei fiori che tappezzano le distese d’erba. Irreale come la quantità di occasioni che l’altopiano più esteso d’Europa, forse più d’estate che di inverno, riesce ad offrire tanto ai puristi della montagna, quanto ai neofiti. L’Alpe che si estende per 56 chilometri quadrati, da una quota di 1.850 a 2.350 metri di altitudine, è a poco più di due ore d’auto da Brescia. Completamente car free (l’uso dell’auto è consentito non dopo le 9 e prima delle 17, se non per chi arriva e chi parte), è dominata dal profilo inconfondibile dello Sciliar, dal Sassolungo e dal Sassopiatto. In quota si arriva da Castelrotto, l’imbocco della Valgardena, oppure da Prato Isarco.

E una volta in quota... Innanzitutto si contempla il panorama, attività che richiede e ruba (anche se meglio sarebbe dire regala) decine e decine di minuti. Le vallate che si estendono sull’Alpe sono davvero a perdita d’occhio, così come la profondità degli sguardi una volta raggiunte le estremità dell’altopiano. Da Bullaccia, un’ora e mezza di cammino da Compaccio verso est, e dalle panche delle streghe si domina incontrastati la Valgardena, da Ortisei a Plan de Gralba. Per le gambe più allenate il rifugio Comici e il Demetz, sul Sassolungo sono il balcone ideale per ammirare il gruppo del Sella e per allungare lo sguardo sulla Marmolada. Da fare anche il giro di Laranza a Castelrotto, il sentiero Oswald von Wolkenstein a Siusi, un’escursione alle malghe Tuff e Hofer a Fiè e la Val Ciamin a Tires al Catinaccio.

Sono in tutto 350 i chilometri di sentiero disponibili e in grado di accontentare le esigenze di chiunque: da quelle di chi è in cerca di un viaggio nelle ere geologiche a chi è sulle tracce di ottima cucina, da quelle di chi vuole arrampicare in palestre naturali di incomparabili bellezze, ma anche di chi si accontenta di boccate d’aria purissima.

Lungo i sentieri dell’Alpe sono tantissime le occasioni per saziare anche la gola. In tutto tra rifugi, baite e ristoranti sono 147, difficile rimanere a bocca asciutta. Una segnalazione su tutte: la Gostner Scwaige, malga gourmet nella quale lo chef Franz Musler diletta gli ospiti con classici altoatesini rivisitati e ingentiliti da prodotti a metri zero: dai fiori ai formaggi; dai frutti alle grappe. Da provare il Kaiserschmrren con le albicocche flambate.

Il rischio che l’ottimo cibo si trasformi in pancetta e cuscinetti è pressoché inesistente. Oltre alle escursioni a piedi, le attività da fare sono infinite. Si va dalla mountain bike (anche elettrica per i meno allenati), alla gita a cavallo per chi sa cavalcare (ma anche in carrozza, per chi se la vuole prendere comoda); dal parapendio per volare in tandem sul patrimonio dell’Unesco, all’arrampicata dello Sciliar e di altre numerose vette che si offrono da sfondo all’Alpe. Per chi non riesce a lasciare a casa le scarpette da running la Sieseralm è il posto giusto. Oltre alla mezza maratona (che si è disputata ad inizio luglio) sono venti i tracciati di diversa difficoltà che hanno trasformato l’altopiano nel luogo di elezione dei campioni keniani della maratona. Un luogo, l’Alpe di Siusi, adatto a loro, ma anche a tutti gli altri. A partire dai più piccoli. Per i bambini e per le loro famiglie sono pensate tutte le facilitazioni possibili per trasformarli nei veri protagonisti di una vacanza sull’altopiano più grande - e più bello - d’Europa.

Pierpaolo Prati

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