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«One happy island» lontano dalla rotta degli uragani

Nel mare dei Caraibi, ad pochi chilometri dalle coste del Venezuela, quest’isola offre spiagge bianche e mare cristallino
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I caraibi 365 giorni all’anno, senza la preoccupazione del «John» o della «Katrina» di turno. Sarà anche per la sua posizione geografica che Aruba fa «one happy island» di secondo nome: una posizione che la colloca al di fuori delle classiche rotte degli uragani pur donandole spiagge bianche e mare cristallino tipico dei caraibi. A poca distanza dalle più blasonate Antille o dalla paradisiaca e dannata Los Roques, Aruba è forse tra le isole meno conosciute della zona dagli europei, pur dipendendo ancora oggi dai Paesi Bassi di cui per decenni è stata colonia.

Non particolarmente estesa, con una lunghezza di circa 30 chilomentri e una larghezza di 9, ha una costa orientale più esposta ad onde e correnti oceaniche che l’hanno plasmata e lavorata nel tempo, mentre quella occidentale, più riparata, regala distese di sabbia candida e acque quiete. Ed è qui che sorge l’area resort.

Dalla capitale Oranjestad in direzione nord è un susseguirsi di residence, architettonicamente più e meno rispettosi dello spirito dell’isola. Tutti affacciati sull’oceano, si allungano sulla spiaggia rigorosamente attrezzata e riservata agli ospiti delle strutture. Nella direzione opposta, invece, le strutture si diradano, le spiagge si fanno più selvagge e offrono ai turisti natura incontaminata e fondali particolarmente adatti per lo snorkeling.

Nonostante il termometro arrivi ai trenta gradi praticamente tutto l’anno, il periodo di alta stagione corrisponde all’inverno. L’estate non manca comunque di regalare intense giornate di sole (nonostante il tramonto arrivi ben prima delle 20) anche grazie ad un vento costante che fa di Aruba un’ottima meta per gli amanti di kite e wind surf.

Eagle Beach e Palm Beach sono le spiagge adatte e chi non vuole rinunciare al comfort e ai bar adagiati sui pontili per aperitivi e cene pied dans l’eau. Per gli amanti del silenzio e della solitudine, invece, la meta perfetta è Arashi Beach, all’estremo nord dell’isola: una distesa incontaminata di sabbia bianca, dove l’unico riparo dal sole è offerto dai pochi divi divi - l’albero tipico dell’isola - che costellano la spiaggia, e dove il mare (caldo, tranquillo e poco profondo) ospita pesci di varie forme e colori. L’altra perla dell’isola è al capo opposto: all’estremo sud c’è infatti Baby Beach, da cui nei giorni di vento, con aria limpida, si possono addirittura osservare le coste del Venezuela.

Ottimo il servizio di trasporti: tutte le spiagge sono collegate delle linee Arubus, mezzi pubblici in viaggio per tutta l’isola, ad esclusione della riserva naturale Arikok. Affacciata sulla costa orientale, difende il patromonio di flora e fauna di Aruba. Le strade sterrate sono percorribili con jeep o quad, meglio se durante escursioni guidate.

Giovanna Zenti

VOLI

Il viaggio da Milano può essere piuttosto lungo: almeno uno scalo in Europa è necessario; in molti casi si è costretti a fare una seconda tappa negli Stati Uniti.

Costo: circa 1.100 euro.

TRASPORTI

I taxi non sono particolarmente costosi. La guida è a destra. Ottimo il servizio di trasporto pubblico, con la rete Arubus che collega tra loro le spiagge e la capitale Oranjestad.

CLIMA

Temperature costanti tutto l’anno intorno ai trenta gradi. L’isola è particolarmente ventilata.

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