Università

Un software per porre freno alle copiature

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Stop al copia-incolla e quindi al plagio grazie ad un apposito software in grado di capire se una tesi è o no originale.
L'adozione del software anti-plagio è stata sperimentata dall'Università di Venezia, ma presto potrebbe estendersi altrove. I risultati sono notevoli: nella sessione di laurea estiva, con sospensione di due studenti della Ca' Foscari che avevano copiato, e al secondo utilizzo ha portato all'azzeramento dei tentativi di copiatura. Su 340 elaborati è risultato, infatti, regolare il 100% delle tesi magistrali passate al setaccio. Il software non ha segnalato citazioni scorrette relativamente a fonti reperibili su internet o nella banca dati delle riviste e dei documenti on-line del sistema bibliotecario d'ateneo.
Dopo il primo test estivo del software su un campione di 25 elaborati che ha rivelato due casi di plagio, le verifiche a tappeto sulle tesi di laurea magistrale sono entrate a pieno regime e a garanzia di serietà del lavoro dei laureandi dell'Università veneziana. Secondo il rettore di Ca' Foscari, Carlo Carraro, «l'adozione di questo sistema è servito a porre l'accento sull'importanza di produrre lavori originali. Gli studenti hanno dimostrato - rileva - serietà e professionalità».
Quello delle tesi di laurea copiate è un «fenomeno particolarmente diffuso, che ha subìto un considerevole incremento con la introduzione delle nuove tecnologie», soprattutto «dallo sviluppo di Internet che ha agevolato e velocizzato la ricerca di informazioni e, conseguentemente, favorito indirettamente anche il fenomeno del plagio, cui pure ha fatto seguito lo sviluppo di specifici strumenti per il rilevamento di contenuti duplicati». L'allarme sull'aumento delle tesi «clonate» era già venuto in maggio dalla Cassazione. Le considerazioni dei supremi giudici sono contenute nella sentenza 18826. Con questo verdetto era stata confermata la condanna per plagio nei confronti di una laureata in Medicina che si era presentata alla discussione della tesi nell'anno accademico 2002-2003 - presso l'Università di Cagliari - con una ricerca copiata di sana pianta da una tesi di specializzazione in ortopedia e traumatologia presentata, alla stessa Facoltà, nell'anno 1997-1998. Le due tesi avevano stesso titolo, stesso svolgimento, stesso indice e stessa bibliografia. La studentessa condannata non si era presa la briga di cambiare neppure una virgola.

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