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Teatro/1. Se la sicurezza va in scena per farsi cultura

L'iniziativa promossa da Facoltà di Giurisprudenza e Fondazione Musil. Burattini per i più piccoli, «forum» in palcoscenico per i ragazzi più grandi
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Il teatro a sostegno della sicurezza. Perché se ne diffonda la cultura all'interno della società civile, a partire dalla giovane età.
È questa la filosofia che anima le attività culturali legate al progetto «Musil: nuovi spazi per la sicurezza», oggetto di una convenzione siglata tra il Dipartimento di Scienze giuridiche e la Facoltà di Giurisprudenza cittadina, la Fondazione Micheletti e la Fondazione Museo dell'industria e del lavoro Eugenio Battisti, finanziate dall'Inail, con il patrocinio dell'Ufficio scolastico territoriale.
Due le proposte attraverso le quali trasmettere sensibilità sul tema: il «Teatro dei burattini» per le scuole primarie e secondarie di primo grado e il «Teatro forum» per le scuole superiori e gli studenti universitari.
Alla base, un approccio multidisciplinare tra la questione sicurezza e le attività formative che si svolgono nei diversi istituti e nell'ambito dei corsi di laurea, creando percorsi integrati tra i poli del Musil (nel quartiere di San Bartolomeo, a Rodengo Saiano e Cedegolo, per una collezione che conta oltre tremila macchine legate a diversi settori e una vasta mole di materiale documentario) che valorizzino le caratteristiche storico-ambientali e produttive che connotano il territorio.
Responsabili scientifici del progetto sono Marzia Barbera, ordinaria di Diritto del lavoro, e Pier Paolo Poggio, direttore del Musil, ne è coordinatrice Francesca Malzani, ricercatrice a Giurisprudenza e titolare del corso di Salute e sicurezza sul lavoro, mentre l'attività di ricerca storica è stata svolta da Gianfranco Quiligotti, assegnista nella Facoltà.
«La cultura della sicurezza, che è innanzitutto cultura della legalità, deve pervadere la società prima ancora che assurgere a obbligo del datore di lavoro e tutta la comunità deve dare il suo contributo - spiegano i promotori -. I giovani devono essere messi a contatto con tali temi il prima possibile».
Il teatro forum, curato da Rui Frati, direttore del Teatro dell'Oppresso di Parigi, condotto da attori non professionisti provenienti dal mondo del lavoro, ha coinvolto nelle ultime settimane 226 studenti del liceo classico Arnaldo, del Centro di formazione Aib di Ome e del corso di Salute e sicurezza sul lavoro di Giurisprudenza.
Lo spettacolo è stato dedicato alla messa in scena di situazioni di lavoro quotidiane con esposizioni a varie tipologie di rischio, ciascuna dedicata a sviluppare un caso concreto, con al centro un conflitto tra ruoli, ragioni o posizioni tipici di più condizioni lavorative. Dopo essere state rappresentate una prima volta, le scene sono state riproposte sollecitando il pubblico a intervenire, con una buona risposta da parte dei ragazzi, che non si sono tirati indietro dall'esprimere punti di vista, dal salire sul palco e interpretare a loro volta la scena. L'apprendimento è quindi passato in questo caso attraverso l'esperienza, la partecipazione, il gioco delle rappresentazioni e dei ruoli.
Il teatro dei burattini, diretto dal maestro Edgar Dario Gonzalez, sta coinvolgendo nel mese di maggio scuole elementari e medie di Cedegolo, Berzo Demo, Castenedolo, Angolo Terme, Sellero, Rodengo Saiano, Sacca-Esine e la Canossi in città per un totale di 650 alunni e si concluderà con uno spettacolo aperto a tutti, in programma per il 25, alle 11.15 alla Facoltà di Giurisprudenza.
In questo caso la drammaturgia è più semplice, festiva, farcita di canzoni e giochi scenici, offre spazio alla satira. Il tema della sicurezza è affrontato con burattini di guanto, marionette, maschere e strumenti in un colorato stile latinoamericano, nella cornice di un teatrino tradizionale dove l'attore-burattinaio recita dentro e fuori la scena.
Dopo ogni rappresentazione viene sollecitato il dibattito con gli allievi perché esprimano, con brevi pensieri o disegni, le sensazioni suscitate dallo spettacolo, sviluppando così spirito critico.
Con l'auspicio che la cultura della sicurezza venga fatta propria dai giovani e diventi patrimonio di ciascuno, per tutta la vita.

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