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Scuola Holden, dove la creatività è di casa

L'avventura di due bresciane alla "corte" di Alessandro Baricco che 20 anni fondò la scuola di scrittura
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L’atto del narrare, specialmente oggi, può implicare una moltitudine di accezioni diverse. Dalle pagine di un libro al cortometraggio, passando per il palcoscenico di un teatro, le storie ai giorni nostri planano spesso e volentieri su sguardo e udito attraverso l’impulso virale dei nuovi media. Il bacino di mezzi a nostra disposizione è davvero vasto, ma richiede anche competenze specifiche che vanno al di là della più immediata capacità di carpire l’essenza di una storia da narrare. Catturare le trame e tradurle in racconti è ciò che la scuola Holden da vent’anni si propone di fare. Fondata da Alessandro Baricco, la scuola è situata in piazza Borgo Dora, a ridosso del centro storico di Torino.

Il biennio che caratterizza il corso di studi, rivolto a giovani dai 18 ai 30 anni, ha nome «Storytelling e performing arts» ed è articolato in sei differenti College, corrispondenti ad altrettanti indirizzi di studio in Acting, Crossmedia, Filmmaking, Real world, Scrivere e Series. Alcune delle lezioni e dei seminari proposti vengono tenuti da personalità contemporanee di spicco, basti pensare a Niccolò Ammaniti, Francesco Guccini, Werner Herzog, Milo Manara, Nanni Moretti, Amélie Nothomb e Mario Vargas Llosa.

Un ambiente, insomma, che richiede e insegna creatività e dove l’accalcarsi di stimoli sembra essere il motore propulsivo. E se circa un migliaio sono state le persone che quest’anno hanno partecipato alle selezioni per accedere al biennio, solo uno su dieci è riuscito nell’intento.

Un paio di anni fa questa fortuna è toccata anche a due bresciane. Chiara Pietta, 31enne originaria di Manerbio, è approdata alla Holden dopo un percorso di studi incentrato su Scienze della comunicazione. Terminata la triennale alla Iulm, si è trasferita a Siena dove, in preparazione alla laurea specialistica, ha iniziato uno stage in un’agenzia di comunicazione che l’ha poi assunta. Dopo 4 anni passati a fare un lavoro che pure le piaceva, Chiara decide di rimettersi in gioco. «Quando pensi a una scuola di scrittura - racconta la studentessa - pensi alla Holden e, siccome erano anni che avevo in mente di frequentarne una, alla fine ho deciso di farmi un regalo... uno dei più belli che io mi sia mai fatta, per come sto vivendo questa esperienza». La 31enne ha deciso di orientare i suoi studi nell’ambito dei «Crossmedia», l’indirizzo pensato per insegnare a raccontare storie attraverso i nuovi media. Avvalendosi dei social network più gettonati, i ragazzi imparano a destreggiarsi inventando o reinventando la narrazione di eventi, libri e molto altro ancora.

Così facendo, «non solo sei aiutato a trovare le tue storie e la voce con cui esprimerle - spiega Chiara - ma puoi addirittura prendere spunto da persone, come i docenti e i compagni stessi, che spesso costituiscono un vero stimolo alla creatività». Tutto questo contribuisce a dar vita a un ambiente basato sulla familiarità, laddove soprattutto tra un progetto personale, seminari e workshop, i lavori di gruppo rivestono un ruolo centrale.

Di certo stare a contatto con ragazzi che hanno i tuoi stessi interessi e con docenti che fanno quello che vorresti fare tu, può costituire uno stimolo senza paragoni. A sottolinearlo è Giulia Cutter, 24enne originaria di Brescia e laureata alla Ca’ Foscari di Venezia, sospinta da un sogno ben preciso, quello di diventare giornalista culturale. Non a caso la scelta di Giulia è ricaduta sul College «Real world», il corso di narrazione che, partendo dal reale, insegna a declinare le diverse storie non solo da un punto di vista giornalistico, ma anche teatrale. «Qui alla Holden - racconta la 24enne - ho avuto modo di conoscere professionisti, come Francesco Iodice e Luca Scarlini, che lavorano benissimo e che mi hanno insegnato molto. L’ambiente della scuola, poi, pur essendo piccolo, è molto stimolante e spesso divertente».

Barbara Fenotti

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