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Nella città di Dante anche 70 studenti dalla Leonessa

L’ateneo fiorentino, che emise i primi vagiti nell’anno della morte del sommo poeta, vanta oggi 126 corsi di laurea.
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Qualcuno potrebbe definirla una curiosa coincidenza, qualcun altro un cosiddetto segno del destino. Fatto sta che, nel medesimo anno in cui Dante abbandonava le sue spoglie terrene, nel centro storico di Firenze risuonava il primo vagito di quello che, dopo una travagliata storia, è oggi uno dei più grandi atenei italiani. Come tradizione comanda, anche la Fiorentina studiorum universitas sbocciò nel bacino di quello Studium generale che faceva riferimento alle università medievali, laddove i titoli rilasciati, riconosciuti dal Papa o dall’imperatore, avevano valore universale. Con delibera della Repubblica fiorentina, nel 1321 il seme generatore dell’Università di Firenze germogliò nello studio del diritto civile e canonico, della medicina e della letteratura. Nel 1349, anno in cui Papa Clemente VI riconobbe il prestigio dello Studium, fu istituita la prima facoltà di teologia italiana. È del 1924 il decreto che conferì la denominazione di università a quello che nell’Italia unita fu nomato Istituto superiore di studi pratici e perfezionamento. Dal 1924 al 1938 si ebbe l’articolazione degli studi con la nascita delle facoltà, ora dipartimenti, delle quali la più recente è Psicologia, istituita nel 2002.

Dopo un travagliato passato remoto, fatto di trasferimenti e decentramenti, oggi l’ateneo fiorentino, con i suoi oltre 50mila iscritti (un quarto dei quali provenienti da fuori Toscana), rientra nel novero degli atenei mega, quarto nella classifica di qualità stilata dal Censis. L’Università di Firenze offre 126 corsi di laurea afferenti a 24 dipartimenti e raggruppati in 5 grandi aree tematiche: biomedica, scientifica, delle scienze sociali, tecnologica, umanistica e della formazione. Le diverse sedi didattiche spaziano in 11 diverse località facenti capo alla storica sede di piazza San Marco.

In linea con il preoccupante trend reso pubblico dal consorzio universitario Cineca (70mila iscritti in meno alle università italiane nell’arco di 10 anni), anche il numero di bresciani che hanno scelto l’ateneo fiorentino come destinazione per la prosecuzione dei propri studi è in leggero calo. Se infatti nel 2011/2012 gli studenti targati Leonessa erano 81, l’anno successivo il dato rivela 11 presenze in meno, per un totale di 16 universitari con residenza a Brescia e 54 provenienti dalla provincia.

A farla da padrone sono state, nel corso del precedente anno accademico, le donne, 41 iscritte totali a fronte dei 29 colleghi maschi. Desta in assoluto maggior successo il corso di laurea in Medicina e chirurgia, con 25 iscrizioni delle quali 19 sono femmine e 6 maschi.

Pari merito Architettura e Lettere, dipartimenti frequentati da 8 bresciani. Il primo vede 7 iscritti azzurri e 1 sola femmina, mentre il secondo 6 donne e 2 colleghi. Agraria, area disciplinare piazzatasi in terza posizione nella classifica Censis per qualità della didattica, ne conta 6, di cui una sola donna e i restanti maschi; Scienze matematiche, fisiche e naturali 4 mentre 3 sono coloro che hanno scelto Firenze per studiare Scienze politiche.

Due sono gli iscritti a Psicologia, così come a Scienze della formazione, Ingegneria, Giurisprudenza e Farmacia. Nessun bresciano ha invece scelto la città medicea per laurearsi in Economia.

Da ricordare infine che la città di Firenze ospita inoltre, quale culla tradizionale della cultura italiana, un’abbondante quantità di istituti privati e accademie impegnate in ambito filologico e linguistico, letterario, ma anche agricolo.

Barbara Fenotti

 

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