Università

Esperienze sul campo per dare forza al proprio futuro

Fare esperienze all’estero, credere nei propri sogni e formarsi non solo sui libri ma soprattutto sul campo
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Fare esperienze all’estero, credere nei propri sogni e formarsi non solo sui libri ma soprattutto sul campo. Sono questi i principali punti emersi dall’incontro «Light up your future» promosso da Aiesec tenutosi lunedì nell’aula magna di Economia.

«Confrontandoci con studenti come noi - spiega Ana Julea, presidente di Aiesec (organizzazione studentesca) - ci siamo resi conto che è non solo utile, ma anche necessario, aprire un dialogo stretto con il mondo del lavoro, sia perché gli studenti riescano ad orientarsi sia perché le aziende riescano a soddisfare le proprie esigenze nella selezione del personale. Ecco per quale motivo abbiamo deciso di dare vita a questo incontro».

All’appuntamento erano presenti quasi un centinaio di giovani studenti: «È utile capire come muoversi nel mondo del lavoro - commentano-: soprattutto scoprire cosa cercano le aziende». Secondo il resoconto di Roberto Bresciani, responsabile placement e orientamento della Statale, i laureati bresciani non occupati sono solo il 2,5%, anche se osserva: «Molti degli occupati hanno scelto di continuare gli studi, ma la percentuale di lavoratori tra i laureati 2013 è del 76%: il dato mi pare significativo, l’università dà ancora possibilità lavorative ampie, nonostante la crisi». Numerose sono inoltre le attività curricolari ed extracurricolari messe in campo dall’Università per completare la formazione dei giovani anche se «credo esista una distanza eccessiva, uno scollamento tra mondo del lavoro e università - spiega Marco Gamba, rappresentante associazione Alunni dell’Università degli studi -: i neolaureati spesso hanno grandi conoscenze e competenze ma non sono in grado di dimostrarlo nella pratica. L’università è in continua evoluzione ma deve fare ancora qualche passo per avvicinarsi al mondo lavorativo, gli studenti dovrebbero pretendere più concretezza. A mio avviso - continua Gamba - bisognerebbe rendere obbligatoria almeno un’esperienza lavorativa e uno stage all’estero durante gli anni universitari».

Sulle esperienze all’estero si è concentrata anche Caterina Betti, rappresentante eurodesk dell’informagiovani cittadino: «Sono sempre di più i ragazzi che chiedono informazioni per fare esperienze all’estero: la meta più gettonata resta Londra, ma a differenza degli anni passati spesso i ragazzi non si danno un tempo limite di permanenza, anzi prendono in considerazione l’idea di trasferirsi per sempre».

«Fondamentale per i ragazzi è anche non dequalificare il proprio curriculum - commentano Francesco Franceschetti( Aib) e Matteo Vinati (Api) -: va bene fare lavoretti durante gli studi ma è importante cercare una propria dimensione per poi farsi spazio in quelle aziende in cui il rapporto tra datore di lavoro e lavoratori è improntato sul dialogo e sulla crescita reciproca».

Preparazione, studio, formazione pratica ed esperienze all’estero non sono però gli unici punti saldi indicati dai relatori agli studenti: «Scoprire un talento, coltivare il proprio sogno, impegnarsi per realizzare un’idea è fondamentale - rimarca Gianfausto Ferrari di Superpartes e Talent Garden -: bisogna che i giovani non si arrendano alle difficoltà».

Sara Giacomelli

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