Università

«Cives» romani per amore dello studio

Alla Sapienza sono 106 gli studenti provenienti da Brescia. Ma a spopolare nella capitale sono le università telematiche
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Con la denominazione Università degli studi di Roma si può fare riferimento a ben 4 diversi atenei statali: dal più giovane Foro italico, alla triade di sedi facenti capo all’università Roma Tre, passando per Tor Vergata. Fu per volontà di papa Bonifacio VIII che nel 1303 Roma venne dotata di uno Studium urbis, ossia di quella che oggi è conosciuta come la Sapienza, una delle più antiche università italiane sul podio europeo per numero di iscritti. Sono 130.000 gli studenti che compongono l’ateneo romano, comprensivo di un’offerta formativa che annovera 250 corsi di laurea e ben 200 master.

Il numero di universitari bresciani che hanno scelto di proseguire i propri studi alla Sapienza sono 106 per l’anno accademico 2012/2013. A padroneggiare su tutti è il corso di Lettere, con 31 universitari provenienti dal territorio bresciano, 16 dei quali residenti in città a fronte dei 15 della provincia.

Tredici sono invece coloro che hanno scelto di frequentare uno dei corsi appartenenti al ramo delle Scienze politiche, sociologia e comunicazione, 8 con residenza in Brescia e 5 nella restante provincia. Scienze matematiche, fisiche e naturali si piazza al terzo posto per numero di frequenze, per un totale di 8. Scende solo di un’unità il dato riguardante i bresciani che hanno scelto la città eterna per studiare Psicologia, mentre 3 sono i futuri odontoiatri. Pari merito con 6 studenti il dato inerente agli iscritti a Farmacia e Giurisprudenza, sorte che equipara con 5 presenze anche Architettura ed Economia. Il ramo di Ingegneria dell’informazione, informatica e statistica conta invece 4 universitari bresciani.

Vi sono poi i dati che si riferiscono a dipartimenti specifici, ciascuno dei quali annovera uno studente bresciano. L’unico a fare eccezione è il dipartimento di Studi greco-latini, italiani e scenico musicali che ha visto 2 iscritti nel 2013. Le statistiche retrocedono sensibilmente consultando i dati riferiti all’ateneo di Tor Vergata, con soli 16 universitari di Brescia che scendono a 9 a Roma Tre e si azzerano per quanto concerne l’ateneo Foro italico.

Cercando più a fondo, si scopre però che gli universitari bresciani sfruttano la ricchezza dell’Urbe annidandosi in luoghi di studio a molti sconosciuti. L’università degli studi Guglielmo Marconi, non statale e prima università telematica italiana, ha una presenza bresciana che si attesta a 138 iscritti, con particolare preferenza per le Scienze economiche, dei servizi giuridici e di amministrazione e organizzazione. Anche ingegneria civile e ambientale registrano diverse presenze, insieme a Scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica e ambientale.

Con una didattica tutta a sé funziona invece l’Università telematica internazionale Uninettuno, anch’essa non statale e, come spiegato nel nome stesso, dotata di una struttura organizzativa che prevede una sede centrale e dei poli tecnologici. Vengono così messi a disposizione degli studenti tutte le tecnologie necessarie per seguire i corsi a distanza e partecipare alle attività didattiche in videoconferenza. Sessantatré bresciani sono iscritti a questa università telematica. A riscuotere il maggior successo è il corso di Scienze e tecniche psicologiche, seguito da quello di Scienze della comunicazione. Medesima struttura didattica caratterizza l’Università telematica Niccolò Cusano, dove si possono contare 52 iscritti bresciani, 18 dei quali frequentano il corso di Scienze politiche e delle relazioni internazionali, 13 una magistrale in Giurisprudenza, 12 Scienze dell’economia e della gestione aziendale.

Barbara Fenotti

 

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