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Anna, in India per imparare ad aiutare

Tre settimane trascorse nell’India centro meridionale sono state per la giovane studentessa occasione di crescita personale
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Credere nei progetti per aiutare le popolazioni bisognose e la determinazione per migliorare le condizioni di vita della gente sono le due caratteristiche che contraddistinguono la neolaureata Anna Poli.

Tre settimane trascorse nell’India centro meridionale sono state per la giovane studentessa occasione di crescita personale e una conferma di ciò che vorrà fare «da grande».

Dopo aver sostenuto tutti gli esami alla facoltà di Lingue per le relazioni internazionali, ha colto al volo l’opportunità offerta dall’Università Cattolica di Brescia: ventiquattro borse di studio per partecipare al corso di formazione «Community driven development», che consisteva nella creazione e gestione di progetti per lo sviluppo delle zone più arretrate del mondo.

Anna, arrivata in India, ha alloggiato per tre settimane a Warangal, un villaggio situato nella regione dell’Andhra Pradesh.

Qui ha frequentato il corso dell’Organizzazione non governativa Bala vikasa insieme ad altri venti studenti, di cui solo una, oltre a lei, proveniente dall’Occidente.

L’Ong ha proposto ai partecipanti un modello alternativo di cooperazione che prevede un rapporto paritario tra beneficiario e donatore.

L’idea alla base è infatti quella di fare in modo che un progetto di sviluppo creato e finanziato dall’Organizzazione stessa riesca a creare un reale miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni arretrate, puntando sulla gestione da parte della gente del posto.

«È importante che ai finanziatori e ideatori di altri Paesi si affianchino persone locali - commenta Anna - secondo me questo è un punto fondamentale perché l’aiuto priva le persone di creatività. Si corre il rischio che queste non siano motivate a puntare sulle proprie idee e potenzialità per migliorare le loro stesse condizioni di vita».

La neolaureata ha seguito il corso di formazione interamente in lingua inglese e nello specifico ha lavorato, insieme agli altri membri della classe provenienti da tutto il mondo, sulla creazione e gestione dei progetti.

«Abbiamo puntato sulla costruzione di un pozzo per l’acqua potabile - chiarisce Anna - e successivamente sulla gestione dell’impianto di purificazione dell’acqua».

La studentessa è occupata in questo settore già da qualche anno, infatti dal 2011 è volontaria all’Associazione Museke di Castenedolo, e sta facendo uno stage alla Fondazione Museke onlus.

Uno degli obiettivi della fondazione, insieme ad altri partner, è la riqualificazione di un ospedale burundese a livello strutturale, e la formazione di medici e infermieri locali.

«A mio avviso si tratta di un lavoro molto positivo - commenta Anna - infatti stiamo cercando di applicare il nuovo modello di cooperazione tra enti esteri e locali, ma, come per ogni cambiamento, si dovrà agire pian piano e soprattutto crederci fino infondo». Tornata dall’Asia meridionale a fine settembre, Anna già sapeva che avrebbe studiato Diritti dell’uomo ed etica della cooperazione internazionale. Ora frequenta il primo anno della magistrale all’Università di Bergamo, nella speranza di un futuro in questo settore e di avere altre opportunità di viaggiare all’estero.

Anna Parma

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