Scuola

Un'unione perfetta tra alunni, genitori e scuola

Il Comitato fa da collegamento con il territorio del Carmine per attività e pure corsi pomeridiani
AA

Porta i bimbi a scuola, corri al lavoro, infilaci una spesa in pausa pranzo, un altro appuntamento e... oddio, chi li va a riprendere? No, quello non è un problema. Non lo è perché alla scuola primaria Calini di via Nino Bixio - coordinata dalla dirigente scolastica Angela Battagliola - si vive come in un paese, o come - per dirla televisivamente - nella piccola scuola de «La casa nella prateria». Solo che la prateria in questo caso è il quartiere del Carmine, tessuto di vie, persone, negozi. «Alla Calini si respira un'unione straordinaria», giurano alcuni dei componenti del Comitato Genitori (tra gli altri, dato che il gruppo coinvolge pressoché tutti i genitori, Paola Rigobello, Allison Leaney, Erica Morato, Giulia Pasini, Carolina Piotti, Nicola Lucini). Unione fra bambini, tra etnie, tra docenti e genitori, tra istituto e resto del quartiere, tra questi e la città. Il tradizionale rogo della Vecchia, per esempio, diventa trait d'union con il circondario: i piccoli alunni lavorano sulle paure nelle settimane precedenti l'appuntamento, le affidano al fuoco, le riducono in cenere nella festa che tiene banco fino alle prime luci - o ombre, ma quelle dovrebbero essere ormai sfumate - della sera. Partecipano genitori, insegnanti e vicinato, e poi ci si sposta tutti al rogo di quartiere. Come vasi comunicanti. Stesso discorso per i festeggiamenti di fine anno scolastico, che non di rado vedono pure il ritorno di ex alunni, i quali non mancano di attivarsi per l'allestimento delle varie iniziative. «I nostri bimbi - garantiscono i genitori - vanno tutti a scuola volentieri, sembra incredibile». A giugno, o al termine della quinta elementare, addirittura piangono. E appena possono tornano a far visita allo stabile di via Bixio che li ha visti crescere.

Ogni pomeriggio, i piccoli alunni, al termine dell'attività didattica, possono scegliere di fermarsi. Non già a studiare, non soltanto, ma per frequentare uno dei dieci corsi - sport o musica, per esempio - promossi dal Comitato Genitori. Poi a casa. Con il pedibus. Non un pedibus strutturato, ma spontaneo. Senza preoccupazioni se si ritarda al lavoro, «c'è sempre qualcuno di conosciuto e fidato disponibile a prendere i bimbi e ad accompagnarli».

Sul fronte delle collaborazioni con la città, i bimbi si stanno occupando - seguiti da un team della facoltà di Ingegneria dell'ateneo bresciano - della progettazione degli arredamenti della scuola. A misura di bambino: gli arredamenti saranno poi effettivamente realizzati come i piccoli li hanno sognati. Un lavoro, questo, inserito in una più ampia attività di educazione alla gestione dello spazio, quindi di valenza didattica. Lo scorso anno, invece, in collaborazione con l'ateneo senese, i giovanissimi iscritti avevano partecipato a un lavoro di simulazione della vita nei villaggi preistorici articolato su otto incontri.

«È una rete - concludono i genitori - di relazioni, attività, sinergie... Ciascuno fa la sua parte, e alla fine l'insieme che ne esce è completo. Tutto questo, dobbiamo dirlo, non sarebbe possibile senza la dirigente scolastica».

Raffaella Mora

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia