Scuola

Un concerto pop per Rsa e asilo

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All’Istituto professionale «Sraffa» teoria e pratica sono aspetti dell’attività didattica in solido equilibrio tra loro. Un’attività che, al tempo stesso, si apre alla città, incontrando realtà e persone diverse con le quali instaurare un dialogo che fa bene a tutti. Lo hanno messo bene in luce due uscite degli studenti, accompagnati dagli insegnanti referenti di progetti specifici, in occasione della fine dell’anno scolastico.

Nella prima di queste, il 27 maggio scorso, le allieve dell’istituto (classi II E e II F, indirizzo sociale) hanno portato un concerto pop all’interno della Rsa Casa di Dio di via Vittorio Emanuele II. Poi l’attenzione di insegnanti e studentesse si è rivolta all’asilo nido Artinido, di via Achille Papa 12: nel giardino della struttura, il 3 giugno una ventina di bambini hanno assistito alla rappresentazione di «Cappuccetto Verde», dal libro di Bruno Munari, messa in scena dalle alunne della II C Sociale.

Il concerto che ha allietato la mattinata del 27 maggio è stato particolarmente apprezzato dagli ospiti della Rsa di via Vittorio Emanuele. Per l’esibizione, ha spiegato il professor Giuseppe Leali, insegnante di musica, è stata formata una piccola orchestra, completa di chitarre e pianoforti: strumenti appartenenti alla scuola ma anche personali.

Il concerto ha concluso il progetto musicale al quale il biennio sociale dell’Istituto «Sraffa» lavorava da gennaio, durante l’ora di compresenza tra Musica e la disciplina Metodologie operative, con la professoressa Rosalia Vetro. Il repertorio scelto «ravviva emozioni - hanno spiegato ancora i docenti - e ha lo stesso effetto della musicoterapia», con brani classici come «Acqua azzurra acqua chiara», «Scende la pioggia», «I migliori anni», fino a pezzi contemporanei, come «Il più grande spettacolo dopo il Big Bang». Nel primo brano, «Dedicato a te», la musica è scritta sul racconto di un deportato bresciano.

«Nei programmi ministeriali la musica è presente soltanto per un anno nell’indirizzo sociale, un aspetto da correggere», ha colto l’occasione di sottolineare la professoressa Vetro.

Durante la rappresentazione di «Cappuccetto Verde» all’Artinido, le ragazze dello «Sraffa» hanno giocato con la fiaba tradizionale, come il testo di Munari suggerisce. Attente a destare l’attenzione dei piccoli alunni - alcuni immobili spettatori, altri troppo vivaci per non correre sgambettanti - hanno calato la storia nel verde giardino dell’asilo nido, ricco di un orticello a misura di bambino, mostrando ai piccoli come un colore possa diventare protagonista.

La proposta didattica è nuovamente figlia del legame interdisciplinare che ricorre tra l’insegnamento Metodologie operative e le altre materie, in questo caso Scienze Umane e, di nuovo, Musica, con le docenti Emma Comensoli e Alice Fontana.

Le studentesse dell’Istituto hanno stimolato all’ascolto i bambini, spingendone la fantasia verso orizzonti diversi rispetto a quelli del racconto classico di «Cappuccetto Rosso».

Ancor prima, le future operatrici socio-sanitarie, educatrici, animatrici nelle case di riposo e nei centri giovanili (questi alcuni sbocchi dell’Istituto), «hanno condiviso strategie e materiali, allestendo la scena e cucendo i costumi», ha ricordato non senza un certo orgoglio la professoressa Vetro.

Le ragazze dello «Sraffa» hanno così saputo donare emozioni agli anziani ospiti della Rsa Casa di Dio; ai bambini dell’asilo nido Artinido, hanno invece insegnato che del lupo cattivo incontrato da Cappuccetto sulla sua strada ci si può anche prender gioco, con affettuosa ironia.

Alessandra Stoppini

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