Scuola

Tra crisi e tagli si parte di meno ma Brescia «tiene»

Da qualche anno i viaggi d’istruzione registrano una progressiva diminuzione anche se in città i ridimensionamenti non sono forti
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Non è un mistero come da qualche anno, tra crisi e tagli, i viaggi d’istruzione stiano registrando progressive contrazioni. Brescia, invero, sembra essere - almeno in parte - al riparo da forti ridimensionamenti delle uscite, specie nei licei.

«Al Calini - conferma il dirigente Nino Mazzarella - non registriamo cali rispetto agli anni scorsi. Io sono arrivato quest’anno e mi baso sulle segnalazioni dei colleghi, ma vedo che le destinazioni rimangono di grande prestigio: Regno Unito, Portogallo, Grecia, Turchia», senza grosse difficoltà da parte delle famiglie a far fronte alla spesa. Ben diverso il discorso, prosegue Mazzarella, pure reggente dell’istituto comprensivo Sud 1, «per le secondarie di primo grado: la crisi morde e le prime a essere tagliate sono le spese non strettamente necessarie». Ragion per cui si cerca «circoscrivere le uscite a mete vicine, da raggiungere in giornata».

Al Liceo Leonardo «ci sono famiglie che chiedono un sostegno - commenta la dirigente Donatella Preti - ma sono una quota marginale», peraltro in linea con gli anni scorsi così come il numero di viaggi attivati. Le destinazioni si distinguono fra viaggi di istruzione, scambi e stage: per i primi vengono privilegiate mete tradizionali, «da Firenze a Barcellona passando per Parigi, Madrid, Valencia o Praga», mentre gli scambi si svolgono tra Olanda e Repubblica Ceca e gli stage in Inghilterra, a Monaco, Siviglia e Parigi.

All’Arnaldo i viaggi sono concentrati in un’unica settimana. La scorsa: «I ragazzi - esordisce la dirigente Maria Rosa Raimondi - sono appena rientrati» sia da Roma, Napoli o Ravenna sia da capitali estere come Edimburgo, Amsterdam o Monaco. Una norma interna al classico cittadino prevede che l’uscita sia effettuata soltanto «con l’80% almeno di studenti partecipanti», e per coloro che decidano di non aderire è garantita (e obbligatoria) la frequenza. Quando il problema è economico, a fronte «di richieste documentate - prosegue Raimondi - l’istituto interviene erogando una quota». Anche perché le «gite» sono «momenti di crescita culturale in linea con il programma didattico: prevediamo uno scambio con Darmstadt più alcune uscite a Siracusa per gli spettacoli al teatro Greco». La possibilità di chiedere contributi vale pure all’Itis Castelli, seppur in misura limitata. «I fondi alla scuola - spiega il dirigente Luigi Guizzetti - si sono ridotti considerevolmente: quando ce n’è bisogno interveniamo come possiamo». Ma se i ragazzi del Castelli sono rientrati recentemente, non è così al professionale Moretto: «Lì, di viaggi, non ce ne sono stati: non è praticamente mai stato raggiunto il numero minimo di adesioni». 

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