Scuola

Partecipazione, al liceo i consigli di quartiere

La scorsa settimana all'assemblea d’istituto del liceo scientifico Calini si è presentata la delibera istitutiva dei Consigli di quartiere
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Una prova. La prima: per illustrare, da un lato, e per capire dall’altro. La scorsa settimana l’assessore al Decentramento del Comune di Brescia, Marco Fenaroli, e la presidente della relativa Commissione consiliare, Francesca Parmigiani, sono stati ospiti dell’assemblea d’istituto del liceo scientifico Calini per presentare la delibera istitutiva dei Consigli di quartiere che estende il voto anche ai sedicenni. Ragion per cui l’intervento di assessore e consigliere si sono concentrati sugli studenti del triennio.

«Per noi si tratta di una prova - ha esordito l’assessore Fenaroli -, nella logica di garantire la partecipazione democratica alla vita del Comune, un bene di tutti coloro che vivono, lavorano o studiano nella nostra città». L’intento non è tanto, o comunque non solo, «quello di avere un mezzo per sollevare i problemi», ma anche di creare uno strumento attraverso il quale i cittadini «possano concorrere alle decisioni». In particolare, l’assessore ha motivato l’estensione del voto ai 16enni con la volontà di «ricomporre ciò che la crisi sta dividendo: le generazioni; chi ha un lavoro da chi non ce l’ha; i migranti e i nativi». E proprio la partecipazione di ragazzi non ancora maggiorenni potrebbe apportare un contributo in grado di sanare il conflitto generazionale, articolato in decine di sfaccettature (più qualcuna che probabilmente sfugge agli adulti ma non ai ragazzi, e viceversa).

«Intendiamo restituire fervore alla democrazia rappresentativa - avalla Francesca Parmigiani - che, va detto, in questo momento non gode di ottima salute».

Per ascoltare, gli studenti hanno ascoltato. Meno vivaci le domande: poche e perlopiù di carattere tecnico. Prima di derubricare la faccenda a una generale - e/o generazionale - disaffezione dalla politica e dalle questioni «importanti», varrebbe però la pena prendere in considerazione alcuni aspetti. Uno è sintetizzato alla perfezione da Alessandra, di quarta: «Io non ero al corrente di questa possibilità - ammette - e, se i rappresentanti del Comune non fossero venuti a illustrarmela, nemmeno l’avrei saputo. Sono contenta che siano intervenuti». Ma quanto a votare o farsi votare? «Non saprei, dovrei rifletterci, ma credo di no: sono faccende di cui so ancora molto poco, e a un voto o a una candidatura così tanto per fare preferisco tempo in più per farmi un’idea».

Sofia, di terza, è convinta che uno o più rappresentanti giovani nei Consigli siano fondamentali: «Gli interessi e le proposte dei ragazzi - ragiona - sono sicuramente diversi da quelli degli adulti, ma comunque meritevoli di considerazione». Sofia andrà alle urne, e anche con un certo entusiasmo: «è una sorta di prova generale in vista delle pronunce cui saremo chiamati una volta maggiorenni».

Vien da pensare che probabilmente questi ragazzi di circoscrizioni avranno sentito parlare poco o nulla, vista la loro età. E che una volta tornati da scuola e sintonizzata la tv sul canale preferito vengano informati soprattutto su notizie nazionali.

Di certo, garantisce il rappresentante d’istituto Andrea Camera, all’ultimo anno di liceo, «i ragazzi hanno ascoltato con molta attenzione, penso che l’incontro sia stato utile e che, da qui alle votazioni, ci sarà modo di riparlare dei Consigli di quartiere o comunque di veicolare ulteriormente l’informazione».

L’interesse per l’attualità da parte degli adolescenti, prosegue Camera, «non manca», e fisiologicamente cresce di pari passo con la persona. Sicuramente, conclude il rappresentante degli studenti, «frequentare un istituto in cui si studia filosofia aiuta. La filosofia, insieme alla storia, è di enorme stimolo alla formazione di un’idea completa e articolata di partecipazione».

Raffaella Mora

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