Scuola

Olivieri protagonista, da Bione a Sarajevo

Un dipinto in Valsabbia, visita speciale in Bosnia.
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Un dipinto a decoro di una santella votiva e testimonianze di viaggio. Per raccontare, raccontarsi, conoscere e trasmettere quanto appreso, rimanendo sempre legati, naturalmente, alla sfera artistica. Due interessanti iniziative culturali vedono impegnati in questi giorni alcuni studenti del liceo Olivieri.
Un dipinto su tela è stato donato martedì al Comune di Bione, esito di un lavoro interdisciplinare che ha coinvolto per due anni l'attuale 5ª F, nelle discipline di Rilievo plastico pittorico, Catalogazione e Rilievo architettonico. L'opera, raffigurante una Madonna con bambino, sarà ora installata permanentemente all'interno della santella votiva dedicata alla «Madonna dell'acquasalto», un monumento lapideo datato 1825 posto sopra un vecchio ponte ad arco sulla strada provinciale che collega Agnosine con Bione.
Nel 2000 la santella venne demolita a causa dell'urto di un autocarro, lasciando solo il basamento in pietra mentre il tempietto venne gettato nel canale sottostante. I ragazzi dell'Olivieri si sono dedicati negli ultimi due anni alla documentazione fotografica, alla schedatura e quindi al rilievo architettonico e la loro opera andrà ora a completare la santella votiva.
Altra iniziativa che vede il liceo artistico cittadino a diretto confronto con la comunità bresciana, è quella che si terrà questa sera al cinema Nuovo Eden in via Bixio, in città, alle 20.30.
Le classi 5ª P e 5ª H presenteranno infatti le testimonianze di viaggio relative a un percorso culturale e a una visita d'istruzione che li ha portati ad aprile a Sarajevo.
La proiezione di un video realizzato e commentato da loro stessi e un'esposizione fotografica, con a corollario l'esibizione musicale del gruppo «I tipi tosti» composto sempre da studenti dell'Olivieri, racconteranno lo svolgimento del viaggio, con l'intervento dei giornalista Gigi Riva de «L'espresso» e Roberto Timpini (ingresso libero).
«Il viaggio è stato il momento conclusivo di un percorso didattico svoltosi durante l'anno scolastico» spiega il docente Stefano Seraglio. I ragazzi sono stati non solo a Sarajevo (dove hanno visitato anche l'Accademia di Belle arti) ma anche a Mostar e a Pocitelj, uno dei più antichi borghi dell'Erzegovina, «oggetto di distruzione e pulizia etnica nel corso della guerra degli anni '90 e tornato lentamente a rivivere grazie a una colonia internazionale di artisti attiva dal 1999 - prosegue Seraglio -. Le finalità didattiche - leggere Sarajevo come luogo simbolo del Novecento e delle sue contraddizioni, sottolineare l'importanza nella storia e nella cultura europee di aree cosiddette periferiche ed evidenziare il ruolo della cultura e dell'arte nella ricucitura di un tessuto sociale dilaniato dopo una guerra efferata - hanno dimostrato di essere state pienamente raggiunte».

c. c.

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