Scuola

L’Ocse boccia in economia gli studenti italiani

Ma quelli lombardi sono sopra la media, seppur ancora molto lontani dai coetanei di Shanghai che guidano la classifica
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Analfabeti in economia. Così le rilevazioni internazionali Ocse-Pisa vedono una parte consistente degli studenti italiani al termine della scuola dell’obbligo.

La bocciatura merita qualche provvedimento e insieme qualche distinguo, perché i dati lombardi sono decisamente meno drastici e se poi si considera il livello di competenze dei nostri liceali in materia finanziaria si può constatare che questi stanno al di sopra della media, sia pure con grande distacco rispetto ai coetanei di Shanghai che invece guidano la classifica.

Conoscere termini e strumenti, vedere opportunità e rischi sono le premesse necessarie per farsi parte attiva nella vita economica del proprio Paese: nasce da questa convinzione l’impegno a monitorare, insieme alle competenze linguistiche e matematiche, scientifiche e di problem solving anche il grado di «alfabetizzazione finanziaria» tra gli studenti di quindici anni.

Un primo sondaggio in materia si è avuto con la quinta edizione del Programma di valutazione internazionale degli studenti (Pisa) nell’ambito dei Paesi che aderiscono all’Ocse (organizzazione di supporto ai governi nazionali per far fronte alle sfide nella dimensione mondiale) e con la partecipazione di altre cinque realtà. La nuova verifica è annunciata per i prossimi mesi, e abbinerà ai test relativi alle competenze scientifiche quelli di carattere economico.

Nel 2012 la Cina (che non fa parte dell’Ocse, ma collabora con l’organizzazione) ha sbaragliato tutti i concorrenti totalizzando a Shangai una media di 603 punti. Ben distanziata al secondo posto si trova la comunità fiamminga del Belgio con 541 e poi via via seguono Estonia, Australia, Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Polonia, Lettonia. Sotto la media sono gli Stati Uniti con 492 punti e l’Italia, ultima tra i Paesi Ocse con 466, diventa penultima prima della Colombia se si considerano tutti i 18 Paesi partecipanti alla rilevazione. Davvero pochi sono i nostri «primi della classe»: soltanto il 2,1 per cento degli oltre settemila studenti coinvolti nella rilevazione in 1.158 scuole italiane si colloca al livello più alto, che in ambito internazionale viene invece raggiunto dal 9,7 per cento degli studenti.

Tra i nostri studenti, uno su cinque non va al di là delle competenze minime e nel complesso i risultati sono inferiori rispetto alle attese, considerando gli esiti dei test di lettura e matematica.

Minore è da noi la familiarità con prodotti e servizi finanziari: sono il 44 per cento i titolari di un conto corrente o di una carta prepagata, a fronte del 54 per cento nella statistica generale.

Il panorama è però piuttosto variegato: tra le regioni in cima alla classifica (Friuli - Venezia Giulia e Veneto) e la Calabria c’è un distacco di ben 86 punti. Fissando a 500 la media internazionale e a 466 quella italiana, la Lombardia con i suoi 347 studenti «testati» raggiunge 491 punti e sale a 517 se si considerano i soli studenti di liceo. Seguono gli allievi degli istituti tecnici con 501, mentre i professionali ne ottengono 436 e i centri di formazione professionale 408.

Maschi e femmine sono pressoché alla pari nella nostra regione, mentre il distacco diventa significativo nel quadro nazionale, che vede i maschi in testa con 8 punti di vantaggio.

I test della prossima primavera, dedicati in particolare alle competenze scientifiche, saranno incentrati oltre che sulla capacità di gestire il denaro anche sulla familiarità con le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Elisabetta Nicoli

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