Scuola

Disabilità: musica per andare oltre le barriere

Se n’è parlato in un convegno all’accademia Soldano-Scuola Bonoris che accoglie alunni disabili con un nucleo di docenti esperti.
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Cresce di 17 unità il numero di alunni disabili nelle scuole cittadine, in aumento in particolare nella primaria (+11), nella secondaria di primo grado - con sette ragazzi in più - e nella secondaria di secondo grado, che registra una crescita di sei studenti. Mentre fanno registrare un calo - del resto in linea con la tendenza generale delle iscrizioni - i bambini disabili iscritti alle scuole dell'infanzia. I residenti nel Comune di Brescia sono 283, cui si aggiungono 14 ragazzi che frequentano istituti fuori città, casi cui palazzo Loggia fa fronte mettendo in campo assistenza per 5.048 ore settimanali, delle quali 606 erogate attraverso dipendenti comunali - due dei quali lavorano part-time e 16 a tempo pieno - e per il restante monte ore avvalendosi di personale fornito dalle cooperative appaltanti il servizio.

Nell’intera provincia, quest’anno gli alunni disabili sono 3.868, come ha riferito il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, Mario Maviglia, aprendo l’anno scolastico la settimana scorsa e parlando di aumento costante.

Questi numeri impongono riflessioni, progetti, interventi concreti. Nello specifico declinati in ambito musicale. Già, perché l'incontro «Musica a scuola - Nuovi Orizzonti» che ha avuto come relatrice Maria Rosa Raimondi, già dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale e, da quest’anno, dirigente scolastico del liceo classico cittadino Arnaldo - unitamente a Maria Piovesan, dirigente scolastico dell'istituto Sraffa e reggente dell'istituto comprensivo Centro 1 di Brescia, e a Rosangela Comini, già presidente della Fondazione Asm ed esperta di tematiche educativo-didattiche - è stato ospitato dall'accademia Francesco Soldano - scuola Gaetano Bonoris. Realtà quest’ultima - nata un paio d'anni fa dall'omonima associazione presieduta dal pianista Daniele Alberti - che accoglie studenti disabili con un nucleo di psicologi e docenti di musica nell'intento di dar vita, in futuro, a un'orchestra sulla scorta del metodo Esagramma; e di fornire, ogni giorno, supporto ai ragazzi, tutti uguali dinanzi alla musica. Anzi, valorizzati, consapevoli «che l'errore di ciascuno può mettere in crisi l'intera compagine», ha osservato Rosangela Comini.

Non è una velleità il pentagramma a supporto di terapie mediche, quanto piuttosto un postulato fondato su basi scientifiche, nonché un metodo dai rinomati effetti benefici che sono apprezzabili alla luce dell’esperienza.

Le esperienze in tal senso sono molteplici. Dal più scientificamente aulico «Effetto Mozart» - teoria elaborata vent'anni orsono da Gordon Shaw e Frances Rauscher, fisici che hanno dimostrato su un gruppo di volontari come la Sonata in Re maggiore per due pianoforti del compositore salisburghese aumenti temporaneamente le abilità intellettive - alle vicende quotidiane sperimentate tra aule e corridoi.

Maria Piovesan, per esempio, ha rilevato - nella sua decennale esperienza come insegnante di sostegno - che «nel lavoro a fianco di bambini con gravi difficoltà ad avere maggiore se non unico successo sono i laboratori», in cui i piccoli sono chiamati a mettersi in gioco «a livello psicomotorio, plastico, musicale e pittorico». Attività dagli esiti tanto più positivi quanto più introdotte dalla tenera età: «Per i bambini la musica, il movimento o la creatività artistica sono strutture proprie dell'espressività», hanno concordato le relatrici. Con ricadute favorevoli sull'apprendimento, appannaggio non soltanto della vista ma di tutto il corpo, considerato sia come recettore che come produttore.

Raffaella Mora

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