Scuola

Brescia con le sue scuole sesta in Lombardia

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Sesta in graduatoria: al di sopra della media regionale grazie alla sua buona dotazione di risorse, strutture e servizi, ma con qualche punto debole per l'incidenza della dispersione scolastica e del precariato del personale docente. La «radiografia» alla scuola bresciana, all'interno della panoramica sul sistema lombardo dell'istruzione, mette la nostra provincia in posizione apprezzabile e, pur segnalando alcune criticità, registra un trend positivo: decima in graduatoria nelle rilevazioni del 2007, Brescia era salita al settimo nel 2011 e oggi gli indicatori le attribuiscono un altro passo in avanti. Il Rapporto sulla qualità dell'istruzione in Lombardia, presentato ieri a Milano con la partecipazione dell'assessore regionale Valentina Aprea e del dirigente scolastico regionale Francesco De Sanctis, è stato messo a punto dalla rivista Tuttoscuola che si è avvalsa di una grande mole di dati di varie fonti: Ministeri della Pubblica istruzione e dell'Interno, Istat, Ragioneria generale dello Stato e altre per un centinaio di indicatori.
Con 606,2 punti complessivi, la nostra provincia si colloca al di sopra della media lombarda (591,4) e nazionale (576,6). Netta è la posizione di vantaggio per la consistenza del patrimonio e per le spese dei Comuni capoluogo destinate all'istruzione: in questi capitoli Brescia sale al terzo posto in graduatoria. Quinta per la dotazione di tecnologie didattiche con 625 punti contro 548 in Lombardia e 480 in Italia, si avvale dell'impegno accentuato di alcune realtà: spiccano in questo ambito i dati relativi a Montichiari e Lumezzane, ben al di sopra del punteggio medio riportato dai Comuni lombardi.
Per il numero di alunni che si avvalgono della mensa nella scuola dell'infanzia (sono il 98,3 per cento), Brescia è in posizione di vantaggio in Lombardia, ma questo servizio risulta al confronto molto meno diffuso nella scuola primaria e secondaria di primo grado: gli utenti sono il 55 e il 17 per cento sul totale dei nostri alunni. Le percentuali si discostano di poco dal dato nazionale, così come per l'utilizzo di scuolabus, che serve il 13 per cento degli studenti bresciani e il dieci per cento in Lombardia.
Per il numero medio di alunni per classe la situazione tende a peggiorare nel tempo e in qualche misura penalizza la nostra regione nel contesto nazionale. Nelle scuole dell'infanzia bresciane la media è di quasi 25 alunni per sezione (in Lombardia è un po' più alta) e si scende a 19, 7 nella scuola primaria, per risalire a 22-23 allievi per classe negli istituti secondari.

Il precariato è un problema di vecchia data, particolarmente incisivo nella nostra provincia e non sono bastate le assunzioni degli ultimi anni a risolverlo: si va dal 12,9 per cento degli insegnanti della scuola dell'infanzia al 30,6 per cento del personale docente di scuola media, mentre in Lombardia il precariato si attesta al 9,2 e al 26,5 per questi due livelli dell'istruzione e in Italia si scende rispettivamente al 4,8 e al 21,2 per cento.

La dispersione scolastica è un altro aspetto che viene da tempo tenuto sotto osservazione: più contenuta nei licei (11,9 per cento nel biennio iniziale, 18,2 per cento nel quinquennio del liceo scientifico) sale invece al 36,8 nel corso dei cinque anni di istruzione tecnica e addirittura al 44,7 per cento negli istituti professionali, distaccando significativamente (in negativo) la nostra provincia rispetto alla Lombardia e alla media nazionale. Certo, fa rilevare il Rapporto, andrebbero anche considerate le diverse opportunità alternative offerte dal sistema della formazione professionale e dell'apprendistato.

Elisabetta Nicoli

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