Scuola

Al Golgi di Breno tra i banchi con iPad e e-book

La «multimedialità» in cattedra all'istituto camuno: i materiali didattici condivisi su un sito
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Dopo essere entrata nelle case, nel tempo libero, nei giochi e nei sogni dei ragazzi, ora l'innovazione entra davvero in classe e si siede accanto a ciascuno studente. Spesso, sta pure alla lavagna con loro. Non più sotto forma di un «vecchio pc», di cui sono pieni i laboratori e che ormai viene percepito come uno strumento di lavoro ordinario, privo quasi d'interesse, ma nella veste dei più moderni tablet.

Una «semplice» lavagnetta elettronica destinata a cambiare i metodi di insegnamento e apprendimento, l'interazione tra alunni e professori, l'utilizzo di libri e il metodo di studio.

Uno strumento che coinvolge i due lati dell'educazione, tra chi insegna e chi impara, amalgamando i due ruoli, giocandoli a volte in forme inusuali, che rendono protagonisti i ragazzi nel processo didattico.

Sono in tutto 136 le classi in Italia che dall'anno scorso stanno sperimentando il progetto «Cl@assi 2.0», di cui 14 in Lombardia e ben tre nel Bresciano: l'Arnaldo e l'Abba-Ballini in città e il liceo Golgi a Breno.

È proprio qui che, stando ai docenti responsabili dell'iniziativa (la professoressa Anna Bariselli e il professor Antonino La Manna), si ottengono i risultati migliori, con un programma destinato a cambiare notevolmente le modalità d'insegnamento nel polo liceale (scientifico, classico, linguistico, scienze sociali e artistico).

Entrando nella classe 2ª A del linguistico, si avverte subito la novità: non solo per la lavagna interattiva al muro, ma soprattutto perché i ragazzi, sul banco, non hanno quasi più libri e quaderni, ma un tablet «iPad». Uno strumento che è diventato l'inseparabile compagno di studio e lavoro, a scuola così come a casa. Molto è cambiato, in 2ª A: innanzitutto è stato creato un sito della classe, dove gli insegnanti caricano il materiale delle lezioni e dove gli studenti possono attingere e scambiarsi documenti.

Le lezioni sono diventate più dinamiche, con l'utilizzo della multimedialità, e man mano si sperimentano i programmi, viene creato un «e-book» che potrà essere impiegato dagli alunni che si succederanno negli anni. L'innovativo metodo crea quello che viene definito un «cooperative-learning», dove professori e ragazzi si scambiano nozioni e suggerimenti e dove ciascuno offre le proprie migliori competenze.
«È un cambio di visione per la scuola - afferma il dirigente scolastico Mario Martini - perché la cooperazione non è più solo tra studenti, ma anche con i docenti. Gli insegnanti si stanno adattando a questa prospettiva di maggiore collaborazione, dove i ragazzi diventano coprotagonisti dell'azione didattica, mettendo a disposizione le loro capacità». Il metodo di lavoro resta il medesimo, ma viene potenziato dall'utilizzo delle nuove tecnologie: è la didattica tradizionale che si rinnova per migliorare le abilità degli alunni.

A guidare il processo è sempre l'insegnante, che ha in mano la regia dell'azione didattica, ma gli studenti hanno un ruolo più attivo grazie all'impiego di strumenti che finora utilizzavano solo per il tempo libero. Grazie al nuovo ambiente che si va costituendo, i ragazzi malati o assenti per qualche periodo possono inoltre collegarsi con i loro compagni e utilizzare in tempo reale il materiale e gli appunti prodotti a scuola.
La sperimentazione dell'utilizzo dell'«iPad» in classe e dell'e-book - al Golgi di Breno - è solo parte di un progetto più ampio di informatizzazione di tutto l'istituto.

Nelle prossime settimane sarà installato in ogni aula un videoproiettore e a ciascun professore sarà consegnato un notebook, in modo da favorire l'integrazione della tecnologia con gli strumenti tradizionali di insegnamento. Non solo: dal prossimo anno scolastico si passerà dalla sperimentazione del registro elettronico all'utilizzo in tutte le sezioni, eliminando quello cartaceo e consentendo da casa di verificare presenze, voti e argomenti delle lezioni.

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